Sentenza Concordia: Schettino in lacrime in tribunale
GROSSETO - Il 13 gennaio 2012 "sono in parte morto anche io". Sono le parole dell'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino al tribunale. "Sono stato accusato di mancanza di sensibilità per le vittime: cospargersi il capo di cenere è un modo per esibire i propri sentimenti", scelta "che non ho fatto. Il dolore non va esibito per strumentalizzarlo", ha aggiunto. In seguito ha parlato di "momenti di dolore che ho condiviso coi naufraghi a casa mia", ma si è messo a piangere e si è interrotto. I giudici si sono quindi riuniti in camera di consiglio per la sentenza, attesa per stasera o domani.
"La peggiore vittima di questa vicenda è quel signore che io difendo, Schettino, a cui si vuole infliggere un pena che sembra un ergastolo, perché questo è stato praticamente chiesto per quest'uomo", aveva detto in precedenza il difensore di Schettino, avvocato Domenico Pepe, concludendo le repliche della difesa. "E' possibile che non ci si renda conto che costui in questi tre anni ha subito di tutto, ha sofferto come nessun altro mortale". "E' stato mortificato, dileggiato, offeso, ingiuriato in udienza, perseguitato dalla stampa e dalle forze dell'ordine".
