Scacco matto alla paritĂ di genere. Bocciata con una pregiudiziale regolamentare. Vendola abbandona l'aula
BARI - Con 37 voti favorevoli e 22 contrari il Consiglio regionale a scrutinio segreto ha approvato la pregiudiziale con la quale il capogruppo di Forza Italia, Ignazio Zullo ha posto la inammissibilitĂ al voto di tutto il pacchetto di emendamenti relativi alla paritĂ di genere, in quanto “si tratta di una materia giĂ sottoposta a voto e bocciata”.
Un vero scacco matto alle speranze “di genere”, che mette al riparo i contrari alla cosiddetta legge 50/50, perchĂ© la questione è stata stoppata a monte, senza concedere nemmeno il beneficio del voto nel merito, che seppure segreto, avrebbe in qualche modo stanato i franchi tiratori anche all’interno della maggioranza.
Dal dibattito generale sul pacchetto paritĂ (ndr lo chiamiamo così per semplificazione) sono emerse le posizioni contrarie della minoranza dagli interventi di Ignazio Zullo, Luigi Mazzei, Tommi Attanasio, Aldo Aloisi, Arnaldo Sala, Domi Lanzilotta e finanche il consigliere del Partito democratico, Michele Monno. Ciascuno con le proprie differenziazioni e con le proprie motivazioni giuridiche, lessicali, grammaticali, politiche e regolamentari. Insomma ce n’è per tutti.
Tutte motivazioni che hanno convinto ancora di piĂą il presidente Vendola della esistenza di un macigno sulla credibilitĂ della democrazia. “I maschi sono proprietari della politica – ha detto. Una proprietĂ che è condizionata dai tempi della politica che penalizzano le donne. Vendola ha esortato l’intero Consiglio ad un “cessione di sovranitĂ “. Ma evidentemente non è bastato. Al momento la seduta è sospesa ed è in corso la conferenza dei capigruppo.
“Sono profondamente deluso e rammaricato dallo stop alle norme sulla rappresentanza di genere nella legge elettorale, che ha strozzato il dibattito”, è la dichiarazione del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, a caldo, dopo il voto favorevole dell’Aula “sulla pregiudiziale Zullo, che non ha consentito – aggiunge - di affrontare il pacchetto di emendamenti sulla doppia preferenza e sulla disciplina di paritĂ ”.
Sarebbe stato un momento esaltante di democrazia compiuta. L’auspicio di Introna è che “il nuovo Consiglio regionale che uscirĂ dalle urne possa affrontare nuovamente un argomento così importante e ridurre una vera ferita della democrazia, che toglie spazi e voce ad una componente della societĂ civile, quella femminile, che rappresenta la metĂ e anche piĂą della popolazione italiana. Le donne oggi ancora una volta hanno visto retrocedere i loro diritti: sono sinceramente rattristato”.
VENDOLA ABBANDONA L'AULA - Dopo la pausa successiva all’approvazione della pregiudiziale sulla inammissibilitĂ al voto di tutto il pacchetto di emendamenti relativi alla paritĂ di genere, sono ripresi i lavori del Consiglio regionale. Il Presidente Onofrio Introna ha dichiarato decadute tutte le proposte riguardanti la doppia preferenza e le liste al 50%. Il presidente della Giunta regionale Nichi Vendola ha abbandonato i lavori dell'Aula. In una breve conferenza stampa ha dichiarato: "Questa legge elettorale è un mostro giuridico. Oggi il Consiglio regionale ha scritto una pagina molto brutta. Immaginare soglie di sbarramento differenziata con il 4% per i partiti che sono all'interno di una coalizione e l'8% all'esterno significa che i voti degli elettori non hanno tutti lo stesso peso. Un partito con il 4% può eleggere in Consiglio regionale, uno con quasi il doppio dei voti no. è una scelta per me incomprensibile”.
Un vero scacco matto alle speranze “di genere”, che mette al riparo i contrari alla cosiddetta legge 50/50, perchĂ© la questione è stata stoppata a monte, senza concedere nemmeno il beneficio del voto nel merito, che seppure segreto, avrebbe in qualche modo stanato i franchi tiratori anche all’interno della maggioranza.
Dal dibattito generale sul pacchetto paritĂ (ndr lo chiamiamo così per semplificazione) sono emerse le posizioni contrarie della minoranza dagli interventi di Ignazio Zullo, Luigi Mazzei, Tommi Attanasio, Aldo Aloisi, Arnaldo Sala, Domi Lanzilotta e finanche il consigliere del Partito democratico, Michele Monno. Ciascuno con le proprie differenziazioni e con le proprie motivazioni giuridiche, lessicali, grammaticali, politiche e regolamentari. Insomma ce n’è per tutti.
Tutte motivazioni che hanno convinto ancora di piĂą il presidente Vendola della esistenza di un macigno sulla credibilitĂ della democrazia. “I maschi sono proprietari della politica – ha detto. Una proprietĂ che è condizionata dai tempi della politica che penalizzano le donne. Vendola ha esortato l’intero Consiglio ad un “cessione di sovranitĂ “. Ma evidentemente non è bastato. Al momento la seduta è sospesa ed è in corso la conferenza dei capigruppo.
“Sono profondamente deluso e rammaricato dallo stop alle norme sulla rappresentanza di genere nella legge elettorale, che ha strozzato il dibattito”, è la dichiarazione del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, a caldo, dopo il voto favorevole dell’Aula “sulla pregiudiziale Zullo, che non ha consentito – aggiunge - di affrontare il pacchetto di emendamenti sulla doppia preferenza e sulla disciplina di paritĂ ”.
Sarebbe stato un momento esaltante di democrazia compiuta. L’auspicio di Introna è che “il nuovo Consiglio regionale che uscirĂ dalle urne possa affrontare nuovamente un argomento così importante e ridurre una vera ferita della democrazia, che toglie spazi e voce ad una componente della societĂ civile, quella femminile, che rappresenta la metĂ e anche piĂą della popolazione italiana. Le donne oggi ancora una volta hanno visto retrocedere i loro diritti: sono sinceramente rattristato”.
VENDOLA ABBANDONA L'AULA - Dopo la pausa successiva all’approvazione della pregiudiziale sulla inammissibilitĂ al voto di tutto il pacchetto di emendamenti relativi alla paritĂ di genere, sono ripresi i lavori del Consiglio regionale. Il Presidente Onofrio Introna ha dichiarato decadute tutte le proposte riguardanti la doppia preferenza e le liste al 50%. Il presidente della Giunta regionale Nichi Vendola ha abbandonato i lavori dell'Aula. In una breve conferenza stampa ha dichiarato: "Questa legge elettorale è un mostro giuridico. Oggi il Consiglio regionale ha scritto una pagina molto brutta. Immaginare soglie di sbarramento differenziata con il 4% per i partiti che sono all'interno di una coalizione e l'8% all'esterno significa che i voti degli elettori non hanno tutti lo stesso peso. Un partito con il 4% può eleggere in Consiglio regionale, uno con quasi il doppio dei voti no. è una scelta per me incomprensibile”.
