Nella domenica di Annaud al Bif&st è “il momento della verità”

di Frédéric Pascali - Dopo il riuscitissimo esperimento della giornata inaugurale, con lo spettacolo della mezzanotte accolto da un Teatro Petruzzelli gremito per il ben riuscito “Humandroid” di Neil Blomkamp, tocca a Jean-Jacques Annaud ergersi a protagonista assoluto.

Esaurita la mattutina “Master Class”, in serata, alle 21, nello stesso politeama, sarà presente alla proiezione, in anteprima per l’Italia, del suo “Le dernier loup” (“l’ultimo lupo”),titolo originale “Totem Wolf”, adattamento dell’omonimo romanzo di Jiang Rong. Un’appassionante ed epica narrazione ambientata nella Cina del 1969 con al centro la figura di un giovane studente di Pechino, Chen Zhen, inviato nelle zone interne della Mongolia per insegnare a una tribù nomade di pastori e sedotto dal loro rapporto con i lupi, fino al punto di addomesticarne uno. Una storia struggente, e dai risvolti drammatici, sonorizzata con la versione originale in mandarino.

Più o meno alla stessa ora, al “Galleria”, nell’ambito della rassegna tributo dedicata a Francesco Rosi, va in scena “Il momento della verità”. Il bel film, datato 1965 analizza “il rapporto tra l’uomo e la bestia” cercando di comprenderne i risvolti e tutte le sfaccettature più profonde. Lo fa senza impiegare attori professionisti, attraverso l’occhio attento della macchina da presa che documenta e svela al pubblico il mondo delle corride seguendo l’intera parabola della vita di un torero interpretato dal leggendario Miguelin. La fotografia, affidata a Gianni Di Venanzio, Aiace Parolin e Pasqualino De Santis, risulta mirabile con quest’ultimo che nel ruolo di operatore di macchina , sfruttando i nuovi obiettivi di ripresa, i “300”, utilizzati all’epoca per le competizioni sportive, rende ogni sequenza un affresco degno del pennello dei migliori Impressionisti.

Da non perdere l’avvio della sezione dedicata al concorso “Panorama Internazionale”. Due le pellicole in programma nel preserale del Petruzzelli: “Shelter” di Paul Bettany e “Graziella” di Mehdi Charef.

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