Diaz: parla poliziotto Tortosa, "non mi pento di nulla"

ROMA - "Non mi pento di nulla non ho commesso reati. Non ho partecipato a nessun pestaggio, non ho spaccato capocce (teste, ndr), c'erano altri poliziotti dentro la Diaz. Ma a quelli del mio reparto hanno dato il marchio dei torturatori".

Ed aggiunge: "Entrerei mille e mille volte alla Diaz perche' l'operazione e' stata ineccepibile. Poi c'e' la verita' processuale. Invece noi la verita' la aspettiamo da 15 anni. Torture? Non lo so, io non le ho viste altrimenti sarei intervenuto. Ma so che il numero dei 'refertati' e' incongruo con il numero di persone fermate dal VII nucleo. I feriti erano di piu'. Ho assistito a tutta l'operazione, non abbiamo ferito le persone come poi e' venuto fuori. Noi con le violenze non c'entriamo, non abbiamo spaccato le teste. Lo rifarei, ma ci hanno inc.... perche' gli unici identificabili eravamo noi e servivano dei responsabili".

Come un fiume in piena, Tortosa (poliziotto, ex appartenente al VII Nucleo Celere) parla a La Zanzara su Radio 24. E' il poliziotto che ieri ha 'postato' su Facebook un commento in relazione all'accaduto nella scuola Diaz di Genova nel luglio 2001 in occasione del G8. "Sono orgoglioso di aver fatto parte del VII Nucleo della Celere che entro' alla Diaz, ci rientrerei", sostiene ancora Tortosa.

Lei ha picchiato?: "Non e' la parola giusta. Abbiamo usato il manganello, certo, ma all'interno delle regole. E per sconfiggere la resistenza, fermare le persone e radunare i 93 occupanti nella palestra. Poi per l'identificazione sono rimasti altri agenti per un'ora dentro la Diaz". E i responsabili delle violenze sugli occupanti chi sono?: "Non lo sapremo mai. Sono molto arrabbiato per quello che e' successo dopo il nostro ingresso, ma io non ho commesso nessun reato".

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