Approvata la legge sugli ecoreati: inquinare non abusivamente? Da oggi si può!

(ANSA)
di Mauro Guitto - Un giorno storico, così Grillo e tutto il Movimento5Stelle hanno definito la giornata di ieri. Il motivo è l’approvazione da parte del Senato del Disegno di Legge (il 1345-B) che porta la firma di Salvatore Micillo del M5S (presentato il 15 maggio 2013) grazie al quale, con l’introduzione di apposite norme, sarà punito severamente chi commette reati ambientali che pagherà non più con “semplici” contravvenzioni bensì con il carcere.

Da Renzi al presidente del Senato Pietro Grasso, pare che tutti aspettassero da vent’anni questa legge ma i grillini se ne sono assunti giustamente la paternità sottolineando che il loro ingresso in Parlamento e il loro impegno per la legge sugli ecoreati, cominciato due anni fa, ha portato all’approvazione di una legge che in vent’anni nessuno aveva avuto il coraggio di proporre.

Il Movimento ha dedicato il risultato ottenuto alle vittime dell’Eternit, della Terra dei Fuochi, dell’Ilva e alle generazioni future. Il DDL tuttavia non è stato accolto favorevolmente da magistrati ed esperti fin dall’inizio. Secondo loro (e secondo chi si ritiene danneggiato dall’inquinamento) il Disegno limiterà le indagini e metterà a serio rischio anche i procedimenti in corso.

Di sicuro, così com’è stato scritto, a nostro avviso il DDL provocherà molteplici interpretazioni sulle quali gli avvocati dei soggetti accusati di inquinamento costruiranno le loro arringhe difensive nei processi. La discussione e la stessa valutazione dell’entità del danno alle persone e all’ambiente (di cui nel DDL mancano definizioni e indicazione sulle modalità di misurazione… fatto molto grave!) causeranno il raddoppio dei tempi di chiusura dei processi che già non sono mai stati brevi.

A Taranto, seppur nella “soddisfazione” di vedere finalmente il Parlamento discutere di reati ambientali dopo decenni di interessato menefreghismo, non la pensano proprio allo stesso modo e non sono contenti di questa legge. E’ tutta questione... di avverbi! Cosa vogliamo dire? Ci siamo presi “il fastidio” di andare a leggere tutto il testo del Disegno di Legge (che potete anche scaricare e leggere per intero cliccando QUI) e abbiamo letto ciò che riportiamo fedelmente (fate caso a ciò che abbiamo appositamente sottolineato ed evidenziato in grassetto: “«TITOLO VI-bis «TITOLO VI-bis DEI DELITTI CONTRO L’AMBIENTE Art. 452-bis. - (Inquinamento ambientale). – È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: Art. 452-bis. - (Inquinamento ambientale). – Identico. 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna. Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata”.

Quell’avverbio (abusivamente) è ciò che ha scatenato la delusione dei Verdi (Angelo Bonelli aveva espresso tutti i suoi legittimi dubbi scrivendo a Grillo), la rabbia delle associazioni ambientaliste, dei comitati e dei cittadini tarantini sensibili alle questioni ambientali e sanitarie che da oltre 50 anni hanno provocato morte e distruzione in terra ionica. Analizziamo cosa vuol dire “cagionare abusivamente”? Cagionare vuol dire provocare, procurare... il vocabolario Treccani sottolinea “si dice comunemente di cose non piacevoli: cagionare un danno, un dispiacere, la morte”! Abusivamente  vuol dire commettere un atto per abuso (oppure illecito), proveniente da un abuso o che costituisce un abuso. Questo vuol dire implicitamente che lo Stato concederà ad alcuni soggetti (fisici e giuridici), a sua discrezione, di commettere degli illeciti.

Come? Per esempio con autorizzazioni scritte ad hoc come l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) di cui gode un’industria come l’Ilva insieme ai famosi 7 decreti che le permettono ancora oggi di inquinare in maniera quasi indisturbata (e da oggi sarà anche peggio). L’Ilva è solo un esempio ma ce ne sono altri in Italia: la centrale termoelettrica di Porto Tolle ma ci sono altri luoghi in Italia come Brindisi, Ragusa e parte della Campania, tanto per citarne alcuni.

Si complica dunque la lotta agli inquinatori. Una lotta che già molto complicata si era rivelata fino a oggi con i decreti e i finanziamenti statali all’Ilva per evitare il fermo produttivo, la chiusura e il fallimento. A Taranto e nelle altre città interessate dai problemi ambientali si respira dunque aria di sconfitta e di grande e ulteriore preoccupazione che una legge mascherata dal termine “ecoreati” non potrà certo mitigare, anzi!