L'antiscafismo rilancia le Forze Armate italiane

di Nicola Zuccaro - La missione anti-scafista, varata nella giornata di lunedì 18 maggio dall'Unione Europea per fronteggiare l'arrivo dei barconi con a bordo i migranti in fuga dalle zone di guerra dell'Africa e del Medio Oriente, sarà comandata dall'Italia con sede a Roma.

La direzione delle operazioni aeronavali, affidate all'Ammiraglio Enrico Credendino, oltre a rientrare in quel nugolo di notizie che il più delle volte passano in secondo piano, costituisce un importante riconoscimento di ordine storico per l'Italia ed in particolare per le sue Forze Armate, nella fattispecie Marina e Aeronautica Militare.

Come recitato dalla Costituzione Repubblicana, il ripudio della Guerra da parte dell'Italia ha consegnato sin dal 1948 e con il successivo periodo di ricostruzione - durato fino agli inizi degli Anni '60 - alle Forze Armate italiane una predominante funzione di pace come documentano le numerose missioni, alcune delle quali pagate con il sacrificio di vite umane.

Nel 2015, a 100 anni di distanza dall'entrata dell'Italia nel Primo Conflitto Mondiale e a 70 dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'Italia, sorretta sia da un sistema difensivo tecnologicamente avanzato, sia da una elevata preparazione delle sue componenti umane, con l'affidamento del Comando Anti-scafista rientra fra le potenze militari internazionali di prima fascia.

E' un riconoscimento, che riabilita una difesa, quella italiana, ritenuta per settant'anni di Serie B e che oggi pur condizionata dalla strategica e delicata posizione geografica dell'Italia quale dirimpettaia al Mediterraneo, impone in particolare a marinai e avieri, un impegnativo esame di maturità.

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