Nu-Shu: ‘’La musica non è un esercito di scimmie ammaestrate’’. Il duo rock leccese pubblica omonimo album

di Marco Masciopinto - La scena musicale rock salentina si colora di Nu-Shu. Il duo formato da Giuseppe Calabrese-Pask1 al basso e Carmine Tundo-Romeus (batteria e voce),  si appresta a farsi spazio nel panorama rock italiano, tra chitarre distorte e un sound forte e deciso. Il loro disco d’esordio porta il nome della band “Nu-Shu” (edito da La Rivolta Records e distribuito da SELF) ed è composto da 10 tracce coinvolgenti, grintose e intense che raccontano di esperienze, segreti e sensazioni. ‘Radio Fail’ è il singolo fa da apripista all’album (disponibile in tutti i digitalstore).

Il nome Nüshu (letteralmente "scrittura delle donne") proviene dalla scrittura utilizzata segretamente nella Provincia dello Hunan dalle donne del popolo Yao dopo la conquista cinese, avvenuta nel XVII secolo. Esse, non abituate ad una società maschilista come quella (la società Yao era matriarcale), dove solo gli uomini potevano partecipare alla vita politica, mentre le donne dovevano condurre una vita casalinga, svilupparono questo linguaggio, sconosciuto agli uomini, che veniva cantato durante le "riunioni" delle donne in cucina. Gli uomini cominciarono ad interessarsi a quello strano linguaggio solo negli anni '50 del XX secolo, ma nonostante il governo cinese avesse chiamato i migliori esperti in materia, non si riuscì a decifrare il nüshu.

Vi siete fatti conoscere con 'Radio Fail' il vostro nuovo singolo. Chi sono i Nu-Shu?
‘’I Nu-Shu sono Giuseppe Calabrese-Pask1 al basso e Carmine Tundo-Romeus batteria e voce,il progetto nasce esattamente due anni fa un po per gioco,durante una festa post-concerto cominciammo a suonare in studio scatenando l'energia e la passione dei presenti. Dopo due giorni, avevamo già la tracklist di quello che sarebbe diventato poi il nostro primo album’’.

Da cosa deriva la scelta del vostro nome?
 ‘’La scelta del nome ci ha dato grandi input per procedere nel nostro percorso creativo, Il nüshu (letteralmente "scrittura delle donne") è stata la scrittura utilizzata segretamente nella Provincia dello Hunan dalle donne del popolo Yao dopo la conquista cinese, avvenuta nel XVII secolo.
Non essendo abituate ad una società maschilista come quella (la società Yao era matriarcale), dove solo gli uomini potevano partecipare alla vita politica, mentre le donne dovevano condurre una vita casalinga, svilupparono questo linguaggio, sconosciuto agli uomini, che veniva cantato durante le "riunioni" delle donne in cucina. Gli uomini cominciarono ad interessarsi a quello strano linguaggio solo negli anni '50 del XX secolo, ma nonostante il governo cinese avesse chiamato i migliori esperti in materia, non si riuscì a decifrare il nüshu’’.

E’ un modo per distinguersi? 
 ‘’Esatto. La scelta di questo nome comporta per noi un modo di esprimersi al di fuori delle logiche standard e prive di anima. Per noi la vera missione è quella di fare  arte in tutte le sue più piccole sfaccettature gridando al mondo quanto la semplicità possa rendere un qualcosa unico e inimitabile, quindi come per le donne cinesi, per noi Nu-shu è verità e voglia di combattere contro chi vuole trasformare il mondo della musica in un esercito di scimmie ammaestrate.

Cosa racconta il vostro primo singolo estratto ‘Radio Fail?
‘’Il brano è un vero e proprio grido di liberazione. Simboleggia la voglia di anteporre la creatività alle logiche di mercato, agli schemi che bisogna a tutti costi rispettare per poter essere trasmessi da un emittente radiofonica. Oggi a furia di usare troppo il cervello nelle composizioni artistiche si perde la verità primordiale insita nella personalità di un'artista, il quale non pensa più ad esprimersi liberamente per quello che è ma a quale possa essere il modo migliore per arrivare

Cos’è per voi la musica?
‘’La musica deve essere lo specchio di ciò che siamo non di ciò che vorremmo diventare. E’ anche questo è il messaggio che vogliamo trasmettere con Radio Fail’’. Noi con la nostra musica comunichiamo verità e voglia di creare un movimento culturale che spinga tutti ad andare alla ricerca, di un qualcosa di autentico’’.

La scena musicale pugliese si sta espandendo sempre di più. Cosa ne pensate dei vostri colleghi?
‘’La Puglia viene vista come una vera e propria fucina di talenti, nonostante la scena reggae e la ridondanza della musica popolare. Questa ha una scena rock molto forte e diramata, la nostra etichetta, la RIVOLTA RECORDS, si batte insieme a noi per far emergere i talenti e l'energia presente nelle band pugliesi. Abbiamo grande stima e rispetto di chi come noi si fa in otto per riuscire ad emergere in questo mercato marcio e pieno di ipocrisia. I nostri compagni di etichetta sono per noi una vera e propria famiglia. Bisogna sostenerci a vicenda e a creare una rete in grado di dimostrare a tutti quanti che il Salento è rock,non solo tamburelli e dance hall’’.