“Bene il ricorso no triv di Vendola ora tocca a Emiliano difendere la bellezza”

BARI - “La Puglia dei due mari, degli ottocento chilometri di coste e delle undici bandiere blu è incompatibile con le onde nere del petrolio nelle acque dell’Adriatico e dello Ionio”: il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, accoglie con soddisfazione  la  notizia che la Giunta regionale ha impugnato gli atti ministeriali di attuazione dell’art 38 “sblocca trivelle” del decreto Sblocca Italia.

“Il presidente Vendola chiude con coerenza dieci anni di battaglie a difesa del territorio, dell’aria e delle acque – sostiene Introna – e consegna a Michele Emiliano una Puglia No Triv, che il neo governatore ha già assicurato di voler caratterizzare sempre come una regione che deve valorizzare la crescita e le energie pulite. Il nuovo governo regionale di centrosinistra continuerà a respingere le politiche divora-ambiente che puntano ancora sulle emissioni inquinanti e su quell’industria  pesante che in grande misura ha risparmiato il nostro territorio, per la distrazione dei governanti degli anni Sessanta-Settanta, ma che ha fatto danni dove ha messo piede, in tutte le nostre province”.
L’oro nero è un miraggio, insiste il presidente del Consiglio regionale, l’opzione petrolio nei mari è una scelta azzardata, che mette a rischio le spiagge e le acque pulite, il turismo e la pesca, la balneazione e la navigazione. “Sarebbe autolesionistico porre sotto la mole incombente delle torri petrolifere tante risorse tradizionali, ecosostenibili e capaci di incidere sul PIL regionale. Non possiamo giocarci tanto per così poco”.

A proposito di piattaforme e trivelle, Introna segnala una delle iniziative più intelligenti del movimento ambientalista: TrivAdvisor, la campagna online di Greenpeace, che parodiando il popolare portale di viaggi, commenta ironicamente lo “splendido spettacolo che attenderebbe le acque italiane se la lobby dei petrolieri dovesse raggiungere i propri obiettivi”. Finte recensioni di “soggiorni indimenticabili” su coste aggredite dalle macchie oleose degli idrocarburi e carcasse di cetacei spiaggiati. Un fotomontaggio mostra un impianto petrolifero offshore a vista di Punta Palascìa (Otranto), con tanto di fiaccole che bruciano i gas sottomarini estratti. Uno scenario verosimile con i pozzi ad appena 10-12 miglia dalla costa, secondo le autorizzazioni richieste dalla Northern Petroleum  al largo da Mola e Fasano.

Le trivelle, conclude Introna, “sono una risorsa solo per i profitti delle multinazionali del petrolio, ma sarebbero una presenza ingombrante e un pericolo costante per i litorali. Sono certo che la Giunta Emiliano insisterà con decisione nella linea di contrasto alle decisioni governative che puntano sullo sfruttamento degli idrocarburi  marini. Lo farà per difendere i prodotti della pesca e le acque trasparenti delle spiagge pugliesi, tanto apprezzate da turisti italiani e stranieri, in maniera crescente. In Puglia il petrolio lo abbiamo già: è la bellezza.

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