“Bracciante morto, lasciamo lavorare la magistratura”

BARI - "È in corso una indagine da parte della Procura, per cui lasciamo che la magistratura faccia le sue indagini e accerti se si è trattato solo di una voce, o se dietro questa voce c'è qualcosa di concreto. Noi speriamo di no". Così il segretario della Flai-Cgil Puglia, Giuseppe Deleonardis, parlando con l'ANSA del presunto caso del decesso nelle campagne del foggiano, di un bracciante agricolo originario del Mali, di cui però non si è trovato il corpo che, in un primo momento, si è temuto fosse stato occultato dai caporali.

"Noi - ribadisce Deleonardis - abbiamo cominciato a indagare su questo caso dopo aver raccolto la notizia della presunta morte del bracciante dagli altri lavoratori che lo conoscevano. La stessa notizia era stata divulgata da Rete Campagne in lotta" che, a loro volta, l'avevano appresa nel corso di un'assemblea di braccianti che avevano chiesto un minuto di silenzio per la morte del lavoratore. Secondo le prime ricostruzioni, dai racconti dei lavoratori che vivevano con il trentenne del Mali nel ghetto di Rignano Garganico (Foggia), il bracciante sarebbe morto dopo aver raccolto 57 cassoni di pomodori, crollando proprio in uno di questi contenitori. Dagli Ospedali riuniti di Foggia, però, è emerso che lo scorso 11 agosto è stato ricoverato un giovane originario del Mali per problemi gastrici. Ma è stato dimesso dopo due settimane. Di lui, però, si sono perse le tracce.