Emergenza al polo pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari: mancano gli anestesisti
di Vittorio Polito - Il Policlinico di Bari, e quindi anche l’Ospedale per bambini “Giovanni XXIII”, secondo Vitangelo Dattoli, Direttore generale, è “polo di eccellenza”, ma non ci è dato sapere per quali motivi, dal momento che manca un servizio di radioterapia, l’acceleratore lineare non è disponibile, la PET è sistemata nei viali e quindi mancanza assoluta di privacy. A tutto ciò oggi si aggiunge la carenza di anestesisti all’ospedale pediatrico, che mette a rischio la salute di tanti bambini affetti da celiachia, cento dei quali pare siano andati fuori Regione ed altri 100 attendono sfiduciati.
E il Direttore generale che dice?: “Stiamo provvedendo a risolvere il problema. […] speriamo di giungere alla normalizzazione entro il prossimo mese di ottobre”. Ma Dattoli dimentica che “deve” un “chiarimento” in seguito ad una promessa via mail relativa all’acceleratore lineare, fin dall’ottobre dell’anno scorso, chiarimento che ad oggi non c’è stato.
La celiachia, per quanto ci è dato di sapere, è una malattia dell’apparato digerente che danneggia l’intestino tenue e interferisce con l’assorbimento delle sostanze nutrienti presenti negli alimenti. Le persone affette da tale patologia sono intolleranti al glutine.
È più che palese che le malattie in genere non aspettano concorsi, convenzioni, assunzioni e chiacchiere inutili, non si dovrebbe in nessun caso arrivare a sospendere le diagnosi per mancanza di personale qualificato, ma il Direttore generale, Dattoli, interpellato dal dott. Michele Calabrese, presidente del ramo regionale della sezione pugliese dell’Associazione Italiana Celiachia onlus, “ha assicurato che nell’arco di brevissimo tempo, qualche settimana, avrebbe assunto da sei a otto anestesisti, perché il problema investe tutto l’ospedale pediatrico”.
Ma al momento il problema non è risolto poiché, da esperienze dirette, le settimane per Dattoli sono mesi ed anni. Pertanto, “campa cavallo che l’erba cresce”, che solitamente è riferita a cose difficili da realizzare, nel senso che il cavallo, digiuno, deve attendere, per mangiare, che l’erba cresce! E così pure le persone affette da celiachia, devono attendere che il Direttore generale del Policlinico, assuma gli anestesisti, per poter eseguire endoscopie finalizzate alla precisa diagnosi.
“Una lacuna gravissima, dice Calabrese, che un ospedale di riferimento regionale, come il polo pediatrico, non può avere”.
E il Direttore generale che dice?: “Stiamo provvedendo a risolvere il problema. […] speriamo di giungere alla normalizzazione entro il prossimo mese di ottobre”. Ma Dattoli dimentica che “deve” un “chiarimento” in seguito ad una promessa via mail relativa all’acceleratore lineare, fin dall’ottobre dell’anno scorso, chiarimento che ad oggi non c’è stato.
La celiachia, per quanto ci è dato di sapere, è una malattia dell’apparato digerente che danneggia l’intestino tenue e interferisce con l’assorbimento delle sostanze nutrienti presenti negli alimenti. Le persone affette da tale patologia sono intolleranti al glutine.
È più che palese che le malattie in genere non aspettano concorsi, convenzioni, assunzioni e chiacchiere inutili, non si dovrebbe in nessun caso arrivare a sospendere le diagnosi per mancanza di personale qualificato, ma il Direttore generale, Dattoli, interpellato dal dott. Michele Calabrese, presidente del ramo regionale della sezione pugliese dell’Associazione Italiana Celiachia onlus, “ha assicurato che nell’arco di brevissimo tempo, qualche settimana, avrebbe assunto da sei a otto anestesisti, perché il problema investe tutto l’ospedale pediatrico”.
Ma al momento il problema non è risolto poiché, da esperienze dirette, le settimane per Dattoli sono mesi ed anni. Pertanto, “campa cavallo che l’erba cresce”, che solitamente è riferita a cose difficili da realizzare, nel senso che il cavallo, digiuno, deve attendere, per mangiare, che l’erba cresce! E così pure le persone affette da celiachia, devono attendere che il Direttore generale del Policlinico, assuma gli anestesisti, per poter eseguire endoscopie finalizzate alla precisa diagnosi.
“Una lacuna gravissima, dice Calabrese, che un ospedale di riferimento regionale, come il polo pediatrico, non può avere”.
