Libera Chiesa in Stato occupato

di Nicola Zuccaro - "I figli non sono un diritto, devono avere una mamma ed un papà ". Tanto tuonò, oltre il Tevere, che alla fine piovve nel lunedì immediatamente successivo a quel fine settimana che ha animato 98 piazze italiane, nelle quali non pochi hanno espresso e manifestato a favore del definitivo riconoscimento delle unioni civili e, sopratutto, a sostegno della legge che prevede l'adozione di un figlio da parte di genitori dello stesso sesso. A pronunciare la netta contrarietà - stando alla dichiarazione sopra riportata - è stato, niente poco di meno che il Cardinal Bagnasco. In vista del Family Day in programma a Roma, sabato 30 gennaio, la dura presa di posizione del presidente della Conferenza Episcopale italiana, può essere interpretata sia come una (ri)chiamata alle armi di una grossa fetta dell'associazionismo cattolico, sia come un "al lupo, lupo", per paura di essere annientanti dalla deriva libertaria che in questi ultimi giorni si è abbattuta sull'Italia.

Per quanto autorevole e rispettabile per gran parte dell'opinione pubblica italiana risulti essere il parere delle gerarchie ecclesiali, è pur vero che l'Italia del 2016 non è più quella dei Patti Lateranensi e del Secondo Concordato (dove nel primo la religione cattolica era l'unica confessione di Stato, mentre nel secondo veniva presentata quale religione di "maggioranza" per gli italiani), ma è la penisola contagiata dal relativismo etico e da quello spirito libertino di ritorno che non tiene conto dei precetti dettati da Santa Romana Chiesa. Quest'ultima, alla luce di quella morale fatta in casa, è probabilmente affetta da quella cecità, per la quale emerge l'esistenza di una Chiesa libera ( sia nella professione del culto che nell'espressione del pensiero) in uno Stato da essa occupato e al quale si vorrebbe togliere la libertà di legiferare.

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