Star Wars - Il risveglio della forza: la recensione

di Frédéric Pascali - Le possibilità d’ingannare il tempo sono infinite e molto spesso legate ai ricordi che di esso la memoria custodisce. Un gioco a cui di buon grado ci sottopone J.J. Abrams, il regista dell’ultimo episodio di “Guerre Stellari”, che, spalleggiato dalla Disney, produttore determinato a percorrere le certezze dei sentieri già tracciati, scava nel passato all’insegna del politically correct e dell’usato sicuro.

Poe Dameron, il miglior pilota della “Resistenza”, è sul pianeta Jakku sulle tracce dell’ultimo Jedi, Luke Skywalker, quando il villaggio dove si trova viene attaccato dai soldati del “Primo Ordine”, nato dalle ceneri del vecchio Impero e depositario del “Lato Oscuro” della “Forza”. A guidare i nemici è Kylo Ren, emulo del fu Dart Fener. Poe viene catturato ma non prima di essere riuscito a mettere in salvo il suo droide BB-8, custode di un pezzo della mappa in grado di rivelare la posizione di Luke.

Uno dei soldati nemici, Finn, diserta e gli viene in aiuto. Insieme fuggono ma il loro veicolo viene abbattuto e precipita su Jakku. Finn, apparentemente l’unico sopravvissuto, vaga con BB-8 fino all’incontro con Rey, una giovane guerriera mercante di rottami. Insieme si ritrovano a incrociare le strade del vecchio Millenium Falco e dei leggendari Han Solo e Chewbacca.

“Il risveglio della forza” è il primo episodio di una nuova trilogia che rielabora e riprende le storie cominciate nel 1977.
Protagonista assoluta della pellicola è la giovane e brava Daisy Ridley, “Rey”, l’eroina che domina la scena con grande efficacia al contrario del “potenziale” cattivo di turno, “Kylo Ren”, interpretato dall’inadeguato Adam Driver.

Sebbene al momento il film risulti il più visto dell’intera saga,restano molte remore sulle scelte della linea narrativa con una rivisitazione nostalgica dei personaggi del debutto, preminente la figura di Han Solo ancora una volta interpretato da Harrison Ford, e un effetto vintage saturato fino al punto da dare l’impressione di trovarsi di fronte a un fantasy di fantascienza.

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