Il ddl Cirinnà supera la prima votazione a fatica: strappo Pd-Lega

di Piero Chimenti - L'ordine del giorno di Quagliarello-Calderoli che indicava lo stop agli articoli del ddl Cirinnà è stato bocciato con 195 voti no, contro i 101, con 1 astenuto. Il documento chiedeva inoltre l'uso del voto segreto. Il Presidente del Senato Grasso ha dichiarato che la votazione si farà con voto palese, in quanto l'argomento tratta il diritto dell'uomo. La votazione entrerà nel vivo martedì 16 febbraio. Plaude alla decisione il PD, che vede più vicina l'approvazione della legge, potendo contare anche dell'appoggio del M5S, Sel, Ala.

Il PD resta in fibrillazione per il mancato accordo degli emendamenti su cui lasciare la libertà di coscienza ai propri senatori. A preoccupare sono anche i circa 5.000 emendamenti, che Lega ha presentato. Il partito di maggioranza pensa alle contromosse da utilizzare, senza escludere l'utilizzo del 'super canguro' di Marcucci.

Il decreto è però un'"arma a doppio taglio": se da un lato fa decadere gran parte degli emendamenti leghisti, dall'altro colpirebbe alcuni punti della Cirinnà a rischio di incostituzionalità, facendo nuovamente rimbalzare il ddl tra le due camere del Parlamento.

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