Inchiesta petrolio, la Boschi sentita dai magistrati

ROMA - I magistrati di Potenza hanno lasciato la sede della Presidenza del Consiglio di Largo Chigi, dove, per circa due ore, hanno ascoltato, in qualità di persona informata sui fatti, il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Il procuratore Luigi Gay non ha voluto commentare le parole del premier Renzi, secondo il quale le inchieste della Procura potentina non vanno a sentenza. "Era necessario farlo", ha rispoto Gay ai giornalisti che gli chiedevano del motivo della trasferta a Roma per sentire il ministro Boschi.

Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, non è stata invece ancora calendarizzata l'audizione dell'ex ministro dello Sviluppo Ecomonico Federica Guidi, che di quell'emendamento parlò in una telefonata con il suo compagno.

"Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi", ogni quattro anni, "e non si è mai arrivati a sentenza", ha detto. Che il ciclone andasse verso Roma, lo si era intuito già ieri, quando Renzi - intervistato da Lucia Annunziata a "In 1/2ora" - ha dato la sua disponibilità ad essere ascoltato dai pm: "Se i magistrati vogliono mi interroghino", aveva detto. Ma il "pool" investigativo - di cui fanno parte i pm Francesco Basentini, Laura Triassi ed Elisabetta Pugliese, coordinati dal Procuratore di Potenza, Luigi Gay - non aveva preso in considerazione, almeno fino a ieri pomeriggio, l'idea di ascoltarlo. "Non pensavamo di sentirlo", hanno detto. Era prioritario sentire la versione della Boschi (non è stata invece ancora fissata la deposizione della Guidi), e quindi stamani i magistrati si sono diretti verso Roma per raggiungere la ministra. "Era necessario farlo", ha poi detto Gay ai giornalisti accorsi davanti agli uffici della presidenza del Consiglio di largo Chigi, dopo due ore di conversazione con Boschi. E nulla più. Nessun riferimento ai contenuti dell'incontro, e nemmeno un commento sulle parole del premier, anche se da Napoli il pm John Henry Woodcock, che in passato ha indagato su illeciti legati alle attività petrolifere in Val d'Agri, ha espresso "viva soddisfazione" per l'esito, proprio oggi, del processo 'Totalgate' agli ex vertici della Total, condannati in riferimento ai lavori per la costruzione del centro oli di "Tempa rossa".

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