Bari, l’auto della scorta di Falcone al Redentore: l’impronta della legalità

di LUIGI LAGUARAGNELLA — Si stanno sprecando commenti e parole a partire dalla protesta degli “abusivi delle fornacelle” che durante la festa patronale di San Nicola, precisamente nel giorno della festa “dei baresi”, si sono opposti alle misure prese dal sindaco Decaro per il sequestro di braci e carni senza “permesso”, con episodi di violenza tra la gente che stava ammirando i fuochi d’artificio.

Non sono mancate e continuano, ancora nelle ultime ore, le minacce di morte rivolte al sindaco. Si sta cercando di risalire all’identificazione di queste persone, oltre che a maggiori indagini sugli “abusivi”. Inoltre si pensa che dietro i venditori ambulanti ci sia la regia della criminalità organizzata che assegnava addirittura i posti lungo la strada per la vendita di carne, panini, birre. Non si possono avere ancora notizie certo, ma è certo che la mano ferma del sindaco abbia infastidito qualcuno. Quasi per una strada coincidenza, sempre nelle ultime ore a Barcellona è stato fermato un latitante brindisino appartenente alla Scu.

Senza dimenticare che pochi giorni fa, sono stati fermati a Bari due probabili terroristi vicini all’Isis. I fatti, probabilmente, sono scollegati tra loro. Mafia, criminalità locale e terrorismo, però, hanno in comune una sola parola: illegalità.

Fortunatamente, oltre alla decisione di Decaro di fermare gli abusivi, sollecitando simbolicamente (ma non solo) la cittadinanza alla presa di coscienza della legalità, è sufficiente (e necessario) andare alla chiesa del Redentore nel quartiere Libertà, dove fino al 15 maggio è esposto quel che resta della Fiat Croma, la Quarto Savona Quindici, su cui persero la vita Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, la scorta del giudice Giovanni Falcone, sulla strada di Capaci nel 1992. L’auto, o meglio la scatola di rottame, distrutta da enormi quantità di tritolo, sarà aperta al pubblico pugliese nel mese di maggio andando in giro per diversi Comuni (prossime tappe vicine: Triggiano, Mottola, Taranto).

L’idea è nata per trasmettere il consueto impegno cittadino a non dimenticare alcuni episodi, soprattutto per far vedere ai giovani quello che in futuro non si deve essere. Sono tante le realtà coinvolte in questo particolare “giro in macchina”. Tutte impegnate a favore della legalità.
A distanza di giorni dai fatti di cronaca barese, la Quarto Savona Quindici è lì, in quel grande cortile dell’oratorio dei salesiani pronta per essere visitata, lì per essere guardata da un gran numero di cittadini e allentare solo alla vista di un cubo di violenza, così, quell’atteggiamento “mafiosetto” che, ammettiamolo, fa parte della nostra mentalità che, non ci accorgiamo, emerge da parole e commenti troppo su fatti e persone. La legalità è un processo che parte dalla singola coscienza.

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