Bari, 30 giugno 1991. Il Craxismo chiude i battenti
Per questa assise che, secondo gli annali del partito fu annoverata come straordinaria, la scelta cadde su Bari perchè e poichè all'epoca risultò essere, relativamente alla geografia politico-elettorale, la città più socialista d'Italia. E con quel senno di poi e con quella lettura contestuale che dovrebbe rappresentare il fondamento di qualsiasi analisi storico-politica l'appuntamento barese divenne un avvenimento epocale per gli equilibri politici italiani in una stagione particolare anche sul piano internazionale. Il congresso di Bari fu preceduto qualche mese prima in quel di Rimini dalla nascita del Partito Democratico della Sinistra (Pds) pensato dopo l'ultimo congresso di Bologna del Partito Comunista italiano nel 1990.
E a seguito di quella svolta che provocò con la successiva nascita di Rifondazione Comunista non poche lacerazioni nella sinistra italiana, Craxi si rivolgerà dalla tribuna congressuale di Bari ai suoi esponenti, catechizzandoli sulla necessità di abbandonare la strada del massimalismo-leninista 70 anni dopo la scissione di Livorno (nel congresso che sancì nel 1921 la nascita del PCI) e di intraprendere la strada del riformismo e del progresso per i futuri sviluppi dell'Italia. Ma il congresso di Bari segnò anche il capolinea dell'opera di laicizzazione di un PSI che, guardando oltre il perimetro della stessa sinistra nostrana, intraprese anche in virtù del patto per metà democristiano e stretto fra Craxi, Andreotti e Forlani (Caf) quel processo di cattolicizzazione, in parte condizionato dal Secondo Concordato firmato 7 anni prima tra lo Stato italiano (nel 1984 Craxi era Presidente del Consiglio) e la Santa Sede.
Dunque, nella Bari che conobbe due mesi dopo gli effetti e le conseguenze del crollo del Muro di Berlino quale simbolo per antonomasia del Comunismo, quel congresso segnò un punto di svolta nella modernizzazione della cultura politica italiana che però non trovò una conseguente e concreta variazione nell'assetto politico erede del Pentapartito, a causa del successivo ed inaspettato scoppio di Tangentopoli che, precedendo le elezioni del 5 aprile 1992, archiviò la Prima Repubblica.