Criminalità, 35 fermi a Taranto
TARANTO - Sono 35 le persone fermate dalla polizia di Taranto, su disposizione della Dda di Lecce, nell'ambito di una vasta operazione antimafia che ha smantellato il clan Di Pierro, attivo nel capoluogo tarantino. Ai fermati vengono contestati diversi tentativi di omicidio, estorsioni, l'associazione mafiosa, il traffico, la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti e la detenzione di armi.
Gli agenti, guidati dal questore Stanislao Schimera, hanno anche ripreso in diretta un rito di affiliazione al clan mafioso e intercettato il presunto capoclan Cosimo Di Pierro che diceva ai suoi presunti affiliati: "La città è nostra". Frase questa, secondo gli investigatori, che conferma che il clan aveva il controllo indiscusso delle attività illecite nel capoluogo tarantino.
Poste sotto sequestro diverse armi, droga e reperti archeologici.
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commenta così: “Oggi, ancora una volta, dobbiamo essere grati agli organi investigativi che hanno reso possibile, dopo indagini particolarmente delicate, l’arresto di 35 esponenti dei clan operanti a Taranto accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso. Le mie congratulazioni, pertanto, a tutti coloro che coordinati dal Questore Stanislao Schimera e dai Procuratori Carlo Maria Capristo e Cataldo Motta, hanno colpito duramente i clan Di Pierro, Diodato e Pascali. Lo spaccato criminale che emerge dalle indagini conferma, laddove ce ne fosse bisogno, che è impossibile abbassare la guardia perché le organizzazioni mafiose pugliesi sono caratterizzate da una fluidità che le rende ancor più pericolose. Bene hanno fatto i due Procuratori a sottolineare ancora una volta l’importanza della prevenzione, sia dal punto di vista investigativo che dal punto di vista sociale. La Regione Puglia si costituirà parte civile nel processo e, come già previsto, subito dopo l’estate inizierà la redazione del Piano Triennale di prevenzione della criminalità organizzata in collaborazione con gli Enti Locali, l’Ufficio Scolastico Regionale, le Università e le associazioni proprio al fine di armonizzare e ottimizzare gli interventi”.
Gli agenti, guidati dal questore Stanislao Schimera, hanno anche ripreso in diretta un rito di affiliazione al clan mafioso e intercettato il presunto capoclan Cosimo Di Pierro che diceva ai suoi presunti affiliati: "La città è nostra". Frase questa, secondo gli investigatori, che conferma che il clan aveva il controllo indiscusso delle attività illecite nel capoluogo tarantino.
Poste sotto sequestro diverse armi, droga e reperti archeologici.
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commenta così: “Oggi, ancora una volta, dobbiamo essere grati agli organi investigativi che hanno reso possibile, dopo indagini particolarmente delicate, l’arresto di 35 esponenti dei clan operanti a Taranto accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso. Le mie congratulazioni, pertanto, a tutti coloro che coordinati dal Questore Stanislao Schimera e dai Procuratori Carlo Maria Capristo e Cataldo Motta, hanno colpito duramente i clan Di Pierro, Diodato e Pascali. Lo spaccato criminale che emerge dalle indagini conferma, laddove ce ne fosse bisogno, che è impossibile abbassare la guardia perché le organizzazioni mafiose pugliesi sono caratterizzate da una fluidità che le rende ancor più pericolose. Bene hanno fatto i due Procuratori a sottolineare ancora una volta l’importanza della prevenzione, sia dal punto di vista investigativo che dal punto di vista sociale. La Regione Puglia si costituirà parte civile nel processo e, come già previsto, subito dopo l’estate inizierà la redazione del Piano Triennale di prevenzione della criminalità organizzata in collaborazione con gli Enti Locali, l’Ufficio Scolastico Regionale, le Università e le associazioni proprio al fine di armonizzare e ottimizzare gli interventi”.
