Puglia Teatro: il più impegnativo ‘spettacolo’ di Rino Bizzarro

di GRAZIA STELLA ELIA — Rino Bizzarro, attore, regista, poeta, fine dicitore, artista a tutto tondo, si rivela ora archivista, meticoloso registratore degli eventi teatrali di tutta una vita ricca e vibrante di esperienze artistiche, con il libro “PUGLIA TEATRO Tutta la storia” appena pubblicato da Levante editori.

Era giusto, d’altra parte, che un’archiviazione fosse fatta, perché archiviare vuol dire preservare dalle insidie del tempo e quindi dall’oblio.

“E’ bene che vi siano archivi di tutto, onde li si possa consultare in caso di necessità”, scrive a pagina 18 il prefatore Pasquale Bellini, riportando le parole di Voltaire, tratte da ‘Nuove considerazioni sulla storia’.

Le informazioni che dagli archivi provengono sono di una importanza assoluta ai fini della conoscenza come prezioso mezzo di incentivazione creativa e di nuovi progetti.

Sappiamo tutti quanto la storia sia ‘magistra vitae’ e quanto importante sia scriverla per tramandarla. Ciò vale, naturalmente, per l’ambito teatrale, che deve registrare il proprio passato e pertanto la metodologia da seguire consiste nell’individuazione delle informazioni e la strutturazione della loro organizzazione.

Dai documenti scritti a quelli audiovisivi, da quelli pittorici e fotografici a quelli cinematografici, la catalogazione va svolta con certosina attenzione.

Come giustamente dice Pasquale Bellini a pagina 19, “Gli Archivi dovranno essere colonne portanti di ogni nuova progettualità, cioè contribuire a degli ‘spostamenti in avanti’ della memoria”. Favorendo l’interconnessione tra gli Archivi, si potranno favorire “nuovi rapporti di conoscenza”.

Nella sua relazione introduttiva, con giusto orgoglio intitolata Il mio “Archivio PUGLIA TEATRO”, Rino Bizzarro fa la genesi di ciò che definisce “uno dei miei ‘spettacoli’ più impegnativi: mettere a punto l’Archivio della Compagnia Puglia Teatro”.

Bisognava davvero lavorare sodo, poiché si trattava del faticoso riordino e della catalogazione degli spettacoli relativi ad oltre un quarantennio. Un lavoro quanto mai utile e necessario: realizzare un archivio che testimoniasse tutte le fatiche teatrali, a cominciare dal 1974/75. Ma l’entusiasmo non gli mancava e archiviare aveva il sapore della soddisfazione e della nostalgia. Ciò viene ampiamente confermato da quanto testualmente scrive: “Riordinarne le tracce era ripercorrere la vita di quegli spettacoli, rivivere i brividi di ogni debutto, la passione di ogni rappresentazione, l’ansia di ogni responso del pubblico”.

A pagina 35 troviamo una nota di precisazione col titolo Albero logico, in cui il curatore avverte che “l’attività di organizzazione logica dei documenti” di Puglia Teatro di Bari procede secondo uno schema che di tale ente identifica funzioni, attività e materie”. Non si tratta di un archivio della totalità, ma di un inventario riguardante gli anni dal 2009 al 2015, effettuato da operatori liberi professionisti con la Soprintendenza archivistica della Puglia e della Basilicata. Un archivio che comprende tre fondi: il fondo “Rino Bizzarro”, il fondo “Puglia Teatro” e il fondo “L’Eccezione di Puglia Teatro”.

In un tempo come questo in cui viviamo, con il trionfo della telematica, verrebbe fatto di chiedersi, come fa Isabella Zanni Rossiello nel suo libro ‘Gli archivi nella società contemporanea’, se sia opportuno pubblicare gli inventari cartacei e se sia il caso di apprezzare una pubblicazione come questa.

La risposta ci viene da Maria Pia Pontrelli, autrice del dotto saggio che introduce al libro. A pagina 14 infatti scrive che l’opera “risponde all’esigenza di far conoscere il contenuto dell’archivio e dei suoi nessi, ma anche di fornire quelle ulteriori notizie utili a contestualizzarlo, quali quelle relative al produttore, al conservatore, o quelle necessarie all’inquadramento dell’archivio nel momento storico e politico-culturale della sua produzione”.

“Sic stantibus rebus”, anche il Teatro può vantare il suo ieri e l’oggi quali validi pilastri per il domani e l’augurio è che il suo futuro sia sempre più fecondo, proficuo di apporto culturale, etico e sociale.

Questo è un libro ricco di pagine pregne di dettagliate annotazioni, oltre che di immagini documentarie ed evocative.

Un cenno va fatto alla copertina, che riporta una fotografia di Rino Bizzarro al trucco, scattata da Michele Mirabella, l’uomo di cultura e di teatro che di tanti spettacoli di Puglia Teatro era stato il regista.

Se è vero, come è vero che ‘verba volant et scripta manent’, un libro come questo ha, senza ombra di dubbio, un suo autentico valore, una sua fisionomia di tangibilità e concretezza, nella convinzione che il cartaceo è affidabile più di ogni altro mezzo moderno di documentazione.

Lode dunque a Rino Bizzarro, che aggiunge un nuovo tassello al già ricco novero delle sue pubblicazioni, e alla Casa editrice Levante, che non manca mai di conferire ai libri una veste editoriale dignitosa nella sua ‘spartana’ eleganza.

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