Martina Franca, Cinzia Castellana e la sua poesia

di VITTORIO POLITO — Alla presenza di un numeroso pubblico è stato presentato, nella Rotonda “Beat” della bella Martina Franca, perla della Valle d’Itria, il libro di poesie di Cinzia Castellana “Fino all’ultimo respiro” (Edit Santoro).

Sono intervenuti: Vita D’Amico, Chiara Maria Palazzo, Teresa Gentile, Franco Presicci e Gianni Lenti, che ha declamato alcune poesie riprese dal libro. Le coreografie sono state a cura dell’Associazione di Ginnastica artistica “Alegria”, coordinate da Consuelo Caroli.

Secondo il poeta e drammaturgo Wystan Hugh Auden «La poesia può fare cento e una cosa, rallegrare, rattristare, turbare, divertire, istruire – può esprimere ogni possibile sfumatura di sentimento e descrivere ogni immaginabile tipo di evento, ma c’è una cosa che tutta la poesia deve fare: lodare tutto quel che può per il fatto che è ed esiste» e le poesie di Cinzia Castellana, amabile ed eclettica persona e fine poetessa, nelle sua arte poetica le utilizza tutte. Infatti, i suoi versi sono dedicati alla natura, alle persone intime, al dolore, alla sua città, alla sua terra, alle preghiere e non ha dimenticato neanche i migranti che “in un mare di speranza… sfidano il fato fissando l’orizzonte, gli occhi lucidi, nelle tasche il vuoto”. Franco Presicci, giornalista, che firma l’introduzione, scrive che “Cinzia possiede il regolo delle parole. Non gradisce le arzigogolerie, le architetture strambe, abbaglianti. La parola ha un peso, una responsabilità: può edificare o demolire”.

L’autrice, assidua e prolifica frequentatrice di “Palazzo Recupero”, un salotto letterario animato egregiamente da Teresa Gentile, è molto legata alla sua terra. È poetessa completa, dal momento che non si limita a scrivere in lingua, ma è “maestra” soprattutto nei componimenti poetici in dialetto martinese, “dipingendo” con colori originali ed appropriati i suoi versi e descrivendo meglio le sue emozioni. Non va dimenticato che la poesia dialettale, ha numerosi cantori in Puglia e Cinzia fa senz’altro parte di questa schiera. Pasquale Sorrenti, noto scrittore e poeta dialettale barese, scriveva che «La poesia dialettale ha l’obbligo di non attingere alla lingua madre; anzi, al contrario, essa deve fornire a questa i modi di dire spesso efficaci e insostituibili che nascono nella mente popolare» e Cinzia ci riesce benissimo e non si può che complimentarsi e concordare con Pablo Neruda quando scrive “Se mi chiedono che cosa è la mia poesia, devo confessare che non lo so. Ma se chiedono alla mia poesia chi sono io, lo comprenderanno”, quindi per sapere chi è Cinzia Castellana, bisogna leggere le sue poesie.

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