Scuola, nuovo sit-in docenti lunedì a Bari

BARI - Di nuovo in piazza (in Puglia i docenti intrecciati ai polsi coi nastrini rossi,simbolo di amore per la propria Terra per la Scuola e per la Famiglia) i neoassunti in ruolo delle regioni del meridione d’Italia per manifestare contro la legge 107/2015 denominata “la Buona scuola”, che sta compiendo il più grande esodo forzato di insegnanti dal Sud al Nord della Penisola.

Lunedì i docenti delle regioni del sud saranno uniti da diverse manifestazioni di piazza dalle 10 In Puglia sotto il porticato del Consiglio regionale in viale Capruzzi a Bari, in Basilicata davanti la sede dell’Usr Basilicata in piazza delle Regioni a Potenza e in Sicilia davanti la Prefettura di Palermo in via Cavour. Questo il primo vero passo per costruire una federazione delle organizzazioni e dei movimenti spontanei di docenti che a livello locale, su tutto il territorio nazionale,  si sono costituiti al fine di contrastare le ingiustizie presenti nella 107/2015.

I numeri parlano chiaro:  1.700 insegnati in Puglia, 700 in Basilicata e 5 mila in Sicilia solo per la primaria e la secondaria di primo grado, saranno costretti il primo settembre ad abbandonare la propria terra e i propri affetti per raggiungere le sedi assegnate dall’algoritmo del Miur le cui modalità di incrocio dei punteggi e delle sedi non sono ancora state chiarite.

Numeri allarmanti che fanno pensare ad un chiaro disegno politico di desertificazione del Sud in favore del centro-nord Italia. Uno scenario drammatico che si delinea in un futuro non troppo distante e che porrà le nostre regioni a fare i conti con una nuova emergenza, non solo formativa e culturale, ma anche professionale, sociale ed economica. Un esodo, che come esplicitato nelle mozioni approvate nei consigli regionali in sostegno dei docenti neoassunti dalla riforma, potrà essere scongiurato con una approfondita verifica delle operazioni legata alla mobilità (con la richiesta di un ritiro dei provvedimenti in caso di accertate anomalie e illeciti)e soprattutto con la possibilità di riadeguare le cattedre dell’organico dell’autonomia al fine di fare rientrare in sede tutti i docenti di tutte le fasi interessati dall’esodo e recuperare quel gap storico che vede il Sud penalizzato rispetto Nord.

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