Firme false, indagati tra i Cinque stelle
Bufera su M5s di Palermo, travolto dallo scandalo delle firme false presentate in occasione delle elezioni comunali del 2012. Vi sarebbero - secondo alcune indiscrezioni riportate dai media - indagati tra parlamentari e semplici attivisti dalla Procura palermitana, con l'accusa di violazione del Testo Unico per la composizione e l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali.
Il procuratore aggiunto Petralia e il pm Ferrara li ascolteranno nei prossimi giorni, andando ad ampliare un quadro illustrato nei giorni scorsi da tre testimoni chiave.
Tra loro la deputata regionale pentastellata Claudia La Rocca, che per prima ha rotto il muro di silenzio alzato dagli esponenti del Movimento 5 Stelle dopo il servizio de "Le Iene".
La deputata ha riferito tutto quanto a sua conoscenza relativamente alla sera in cui, alla vigilia della consegna dei moduli con le liste elettorali, alcuni attivisti, poi divenuti esponenti del partito, si sarebbero ritrovati a copiare duemila firme raccolte nei giorni precedenti. Necessità dovuta al timore che un errore sul luogo di nascita di un candidato invalidasse tutte le firme.
Ma il primo a denunciare quanto accadde quella sera nella sede del Movimento 5 Stelle è stato il professor Pintagro, attivista della prima ora, che già tre anni fa presentò un esposto che fu però archiviato.
Indagine che, sulla scia del servizio de "Le Iene", è stata riaperta. I magistrati, infatti, non escludono che quella raccolta di firme ricopiate, e dunque non originali, sebbene non abbia portato all'elezione diretta di nessuno di quei candidati, abbia comunque agevolato la successiva candidatura alla Camera e al Senato di altri attivisti che oggi ricoprono ruoli rappresentativi all'interno del Movimento guidato da Beppe Grillo.
Il deputato La Rocca avrebbe fatto i nomi di quanti parteciparono o comunque sarebbero stati a conoscenza del "pasticcio" pentastellato.
Durissimi commenti e reazioni da parte degli avversari politici. "La vicenda delle firme false di Palermo è grave in sè. Ma ancora più gravi sono le bugie dei vertici nazionali del movimento grillino che sapevano, sono gli stessi esponenti locali del m5s a sostenerlo, ma hanno fatto finta di nulla", ha detto il senatore del Pd Francesco Scalia. Parole a cui hanno fatto eco quelle della senatrice dem Valeria Cardinali: "E' facile gridare 'onestà' in piazza - ha detto -. Un po più difficile, ora, è spiegare come mai a Palermo in occasione delle elezioni comunali il Movimento 5 Stelle abbia presentato delle firme false. E infatti su questa triste vicenda Grillo, Di Maio e Di Battista si arrampicano sugli specchi, negano e sminuiscono ogni cosa".
"E' un problema loro, io sono garantista, certo se l'avessimo fatto noi non so cosa avrebbe scritto non dico il 'Fatto Quotidiano.it' ma il 'Fatto Quotidiano'". Così Matteo Renzi a 'Otto e mezzo' sulla vicenda delle presunte firme false dei grillini a Palermo.
LA ROCCA SI SOSPENDE - Claudia La Rocca si è sospesa dal Movimento 5stelle. "Ho seguito le indicazioni del post sul blog di Grillo", dice all'ANSA. La deputata regionale nei giorni scorsi ha ammesso le proprie responsabilità davanti ai pm di Palermo sul caso delle presunte firme false.
Il procuratore aggiunto Petralia e il pm Ferrara li ascolteranno nei prossimi giorni, andando ad ampliare un quadro illustrato nei giorni scorsi da tre testimoni chiave.
Tra loro la deputata regionale pentastellata Claudia La Rocca, che per prima ha rotto il muro di silenzio alzato dagli esponenti del Movimento 5 Stelle dopo il servizio de "Le Iene".
La deputata ha riferito tutto quanto a sua conoscenza relativamente alla sera in cui, alla vigilia della consegna dei moduli con le liste elettorali, alcuni attivisti, poi divenuti esponenti del partito, si sarebbero ritrovati a copiare duemila firme raccolte nei giorni precedenti. Necessità dovuta al timore che un errore sul luogo di nascita di un candidato invalidasse tutte le firme.
Ma il primo a denunciare quanto accadde quella sera nella sede del Movimento 5 Stelle è stato il professor Pintagro, attivista della prima ora, che già tre anni fa presentò un esposto che fu però archiviato.
Indagine che, sulla scia del servizio de "Le Iene", è stata riaperta. I magistrati, infatti, non escludono che quella raccolta di firme ricopiate, e dunque non originali, sebbene non abbia portato all'elezione diretta di nessuno di quei candidati, abbia comunque agevolato la successiva candidatura alla Camera e al Senato di altri attivisti che oggi ricoprono ruoli rappresentativi all'interno del Movimento guidato da Beppe Grillo.
Il deputato La Rocca avrebbe fatto i nomi di quanti parteciparono o comunque sarebbero stati a conoscenza del "pasticcio" pentastellato.
Durissimi commenti e reazioni da parte degli avversari politici. "La vicenda delle firme false di Palermo è grave in sè. Ma ancora più gravi sono le bugie dei vertici nazionali del movimento grillino che sapevano, sono gli stessi esponenti locali del m5s a sostenerlo, ma hanno fatto finta di nulla", ha detto il senatore del Pd Francesco Scalia. Parole a cui hanno fatto eco quelle della senatrice dem Valeria Cardinali: "E' facile gridare 'onestà' in piazza - ha detto -. Un po più difficile, ora, è spiegare come mai a Palermo in occasione delle elezioni comunali il Movimento 5 Stelle abbia presentato delle firme false. E infatti su questa triste vicenda Grillo, Di Maio e Di Battista si arrampicano sugli specchi, negano e sminuiscono ogni cosa".
"E' un problema loro, io sono garantista, certo se l'avessimo fatto noi non so cosa avrebbe scritto non dico il 'Fatto Quotidiano.it' ma il 'Fatto Quotidiano'". Così Matteo Renzi a 'Otto e mezzo' sulla vicenda delle presunte firme false dei grillini a Palermo.
LA ROCCA SI SOSPENDE - Claudia La Rocca si è sospesa dal Movimento 5stelle. "Ho seguito le indicazioni del post sul blog di Grillo", dice all'ANSA. La deputata regionale nei giorni scorsi ha ammesso le proprie responsabilità davanti ai pm di Palermo sul caso delle presunte firme false.