Alessano, la 'tentazione' del voto anticipato

di FRANCESCO GRECO - “Dilettanti allo sbaraglio”. Profetico Cosimo Del Casale, medico e sindaco Ds ad Alessano (Lecce) per due legislature. Giugno 2016, l'amministrazione guidata dall'avvocato Francesca Torsello (foto) si era appena insediata dopo aver vinto le elezioni per una manciata di voti sul competitor “Ripartire per crescere” (candidato sindaco Marcello Trenta, avvocato): 1870 contro 1780 (489 i voti del M5S guidato da Jessica Torsello, altro avvocato). Tolti i grillini, per gli altri la categoria destra, centro, sinistra non vale tanto le liste erano trasversali.

A volte però basta un nonnulla per tradire i postulati falsi delle “rivoluzioni” e asciugare il collante del trasformismo che regge questa amministrazione e avvitarsi in un perverso cupio dissolvi. Era però impossibile prevedere un sequel di gaffe come quelle cui si assiste basiti.

La prima: il 28, 7 degli italiani è povero, al Sud uno su due e quale fu il primo provvedimento della giunta? Aumentarsi lo stipendio. Una tempistica scandalosa, degna di miglior causa, che fece pensar male: si erano proposti per quello mentre i cittadini sono spremuti di tributi? E poi, per fare cosa? Porgere saluti e baci?

Seguì una decisione assai discussa: in via Nazionale, a Montesardo, è vietato il parcheggio. Fioccano le multe, che impoveriscono famiglie monoreddito, pensionati, disoccupati. Altro scandalo. I cittadini hanno fatto una petizione, decine di firme: tutto è finito nel nulla: al Comune non vedono, non sentono, non parlano. Le strade adiacenti sono sempre intasate. Forse ci sono altri strumenti per rendere sicura la via: i dissuasori di velocità, per dire. Perché non li prendono in considerazione? A memoria d'uomo non si ricordano incidenti gravi da giustificare il suddetto provvedimento.

Intanto, non si capisce bene per quali ragioni, la manutenzione del cimitero è stata affidata a una società di Tricase che, caso unico al mondo, lavora gratis: i cittadini si chiedono con quali competenze, e “tituli”.

Il pericolo di una centrale a biomasse in zona “Matine”, fortemente antropizzata, con numerose attività artigianali e commerciali, è stato per ora scongiurato dalle battaglie dell'opposizione: dietro qualcuno intravedeva un consigliere regionale noto come “l'Innominato”.

Ma se ogni limite ha una pazienza (Totò) la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la battaglia per introdurre la figura del presidente del consiglio: si è addirittura modificato lo statuto. Roba da regime autoritario.

Trenta e Jessica Torsello (i più agguerriti) hanno ricordato, carte alla mano, che da opposizione il sindaco attuale era fermamente contraria. Risposta: risatine. Hanno raccolto circa 800 firme di cittadini ostili (quasi tutti delusi di sinistra). Altre risate sdegnate.

Ci sono state contestazioni della gente, tanto che una seduta del consiglio si è svolta alle 9 e mezza del mattino, forse per impedire la partecipazione popolare?

La maggioranza intanto è sempre più “ballerina”: ci sono consiglieri a cui era stata promessa “visibilità” che stanno un po' dentro un po' fuori, come al bar sport.

Il paese assiste attonito agli eventi. Ha altre emergenze ma tutto è appiattito su faccende futili. Le vie sono invase da erbacce e da escrementi di cani. Intanto si stanno perdendo dei finanziamenti per il restyling di impianti sportivi.

A Montesardo c'è l'annosa questione delle antenne sui tetti del centro storico (ripetitori di radio libere). Dopo le lotte degli anni passati, e la solita raccolta di firme, ne è rimasta una, e nonostante un'ordinanza di rimozione, indisturbata continua a spargere radioattività e, si pensa, patologie.

I tombini della rete fognante nera non sono a tenuta stagna e spargono cattivi odori. In questo modo i forestieri che hanno investito comprando e ristrutturando vecchie case sono tentati di andarsene, desertificando il paese.

Tornando alla figura del presidente del consiglio, superflua in un comune di 7mila teste, si crede si è inventata per ammettere indirettamente di vergognarsi per essersi aumentarsi lo stipendio. Infatti gli assessori lasciano 50 euro ciascuno e il sindaco 80 per crearne uno di 280 euro per Giuseppe Rizzo. La toppa è peggio del buco.

Sullo fondo c'è anche chi intravede nel ruolo di “burattinaio” la sagoma inquietante di un “grande elettore” della Torsello, l'Innominato, che sta costruendo la carriera del figlio (uno lo ha fatto eleggere sindaco, l'altro è libero) arruolando amministratori di destra nei paesi vicini. Roba da Sicilia anni '80.

Ormai la politica è ridotta a traffici insulsi, idee e valori optional, in un paese che annaspa in un feudalesimo sconcio, dove i cittadini dicono che da mezzo secolo una famiglia ha in “ostaggio” il Comune “come fosse il suo b&b”. Per darsi una ripulita e tornare alla civiltà (anche politica) in tanti pensano che non resta che tornare alle urne.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto