Test genetico BRCA1 e BRCA2, "Anche le donne pugliesi devono avere le stesse opportunità di Angelina Jolie"

LECCE - Nota del consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti, Luigi Manca vice presidente della Commissione Sanità.
“’I medici mi hanno detto che ho il gene BRCA1 che mi dà l’87% di probabilità di avere il cancro al seno e il 50% alle ovaie. Ecco perché ho deciso di sottopormi, per il momento, solo a una doppia mastectomia preventiva. Ho iniziato con il seno, visto che il mio rischio di contrarre questo cancro è più alto e l’intervento è più complesso’. Così Angelina Jolie nel 2013, due anni dopo decise anche di farsi asportare le ovaie e le tube di Falloppio.

La decisione della diva di Hollywood aprì a livello mondiale, nel mondo scientifico ma anche sociale (tant’è che in Italia è stata anche costituita un’associazione aBRACAdaBRA), un dibattito mai affrontato davvero prima: sottoporsi alla mastectomia e all’asportazione dell’utero in caso di mutazione genetica del BRCA1 e BRCA2 (sono i due geni particolarmente coinvolti nella predisposizione ereditaria delle suddette neoplasie). Ovvero un rischio ereditario/familiare che porterebbe alcune donne ad essere rispetto ad altre quasi sicuramente nelle condizioni di avere il cancro.

In Puglia non esiste né un Centro Spoke, né un Hub per la diagnosi e il loro successivo trattamento dei pazienti a rischio. Per questo ho presentato una mozione urgente per impegnare la giunta regionale a predisporre adeguate politiche di informazione e pubblicizzazione del test genetico. Non solo la Giunta deve impegnarsi a costituire nelle strutture idonee (penso alle Breast Unit) centri specializzati con personale dalla professionalità riconosciuta, attualmente nella nostra regione mancano figure del genere nelle strutture oncologiche e nei laboratori di Analisi e Genetica.

I tumori alla mammella e all’ovaio sono tra i più diffusi nella popolazione femminile, ora le donne a rischio hanno l’opportunità di effettuare un test e sottoporsi a trattamento successivo questa opportunità deve essere garantita anche in Puglia. Anche perché a fronte dei costi sostenuti per la prevenzione (test genetico) si ha un risparmio sui costi legati, invece, all’insorgere delle patologie tumorali nelle successive fasi.

Meglio garantire alla donna di essere in buona salute che di avere ottime cure contro il cancro!”.

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