"Grazie a loro faccio ancora parte di questo mondo". La riconoscenza di una paziente ai medici della Chirurgia Toracica del Fazzi

LECCE - Pubblichiamo la lettera accorata che una paziente 50enne, calabrese, operata di tumore al polmone ha inviato a Salute Salento. La giovane signora ha trovato nel reparto di Chirurgia Toracica del Fazzi, diretto dal dottor Gaetano Di Rienzo (in foto), e dalla sua equipe, quell’umanità e quelle cure che le hanno consentito di riappropriarsi della sua vita. Otto mesi fa alla signora è stato asportato un lobo del polmone con la tecnica della “Vatslobectomy”, un’eccellenza ai primi posti in Italia.

«Mi chiamo Carmela Cannata - scrive la paziente a Salute Salento - e sono nata in un piccolo paese della provincia di Cosenza a Corigliano Calabro nel 1967. Da due anni soffrivo di continue febbri e i medici del mio paese mi curavano per bronco polmonite e pleurite. Grazie a dei conoscenti, sono riuscita ad avere il recapito telefonico del professore Di Rienzo che mi ha visitato e subito ha diagnosticato la completa atalassia del lobo inferiore del polmone destro.

Il primario, con la collaborazione del dottor Corrado Surrente, mi ha eseguito una broncoscopia, che ha rilevato la presenza di un carcinoide atipico che ostruiva il bronco. Dopo aver eseguito tutti gli esami di routine sono stata operata il 13 giugno 2016 per neoplasia polmonare destra e sottoposta a VATS biportale destra presso l'ospedale “Vito Fazzi” a Lecce dal professore Di Rienzo e dalla sua equipe.

Nel corso della degenza, sia prima che dopo l’intervento, ho avvertito attorno a me una grande solidarietà, non solo professionale, ma anche umana.Anche il personale infermieristico è stato sempre disponibile e pronto.

Ritengo giusto segnalare inoltre, che nel perimetro dell'ospedale è ubicata una casa d'accoglienza per i familiari dei pazienti lontani (Casa di Accoglienza S. Caterina Labourè – ndr).

Credo che questa sia un grande aiuto dal punto di vista economico, infatti è richiesto solo un contributo volontario. Io, personalmente ringrazio Dio e non smetto mai di ringraziare i medici che mi hanno curata e grazie a loro faccio ancora parte di questo mondo. Sarò sempre riconoscente», conclude la lettera.