LA RECENSIONE. Moonlight

di FREDERIC PASCALI - Nella storia degli Oscar accade spesso che il film vincitore non sia in assoluto il migliore ma rechi con sé la possibilità di tendere lo sguardo su argomenti, o soggetti, dimenticati o, peggio, sordidamente ostracizzati.

È il caso del vincitore di quest’anno: il lavoro scritto e diretto da Barry Jenkins e tratto dall’opera teatrale “In Moonlight Black Boys Look Blue” di Tarell Alvin McCraney. Sostenuto da un elemento discriminante rispetto al déjà-vu di molte altre storie di vite difficili di ragazzi afroamericani, “Moonlight” affronta l’inquieta presenza dell’inclinazione omosessuale che il protagonista lentamente sente crescere dentro di sé e della quale, in qualche modo, cerca di capacitarsi e prendere coscienza.

È il racconto di Chiron, detto “Little”, che, come una specie di work in progress, attraversa le difficili stagioni della sua vita rincorrendo una propria identità. Prima si palesano le difficoltà del bambino deriso dai suoi compagni, in balia della madre tossicodipendente e salvato dal boss del quartiere e la sua donna,Juan e Teresa; poi dell’adolescente malversato da un bullo e preso dalla cotta per Kevin, il suo unico amico, e infine adulto, in versione pusher, palestrato e travestito da duro dopo l’esperienza del carcere ma con nel cuore il ricordo indelebile di un momento di tenerezza vissuto con Kevin.

È assai improbabile che Barry Jenkins conosca la canzone vincitrice dell’ultimo “Sanremo” ma è certo che nel suo lavoro vi sia un’ispirazione comune in quel “panta rei” tanto caro a Eraclito. Le volontà e gli inciampi della disperazione nulla possono a fronte del tutto che scorre, del “divenire”.
Non la migliore, quella confezionata dal regista statunitense, ma senza dubbio una delle pellicole emotivamente più potenti dell’ultimo anno. Molti meriti vanno ai suoi interpreti con in primo piano coloro che hanno impersonato le differenti età di Chiron tra i quali spicca Ashton Sanders, la versione adolescenziale.

“Moonlight” oltre che per la categoria “miglior film” ha conquistato l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e per il miglior attore non protagonista: Mahershala Alì, “Juan”.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto