Tiziano Renzi: "Nulla da nascondere, mi interroghino"

NAPOLI – "Non ho mai chiesto soldi. Non li ho mai presi. Mai. E credo che i magistrati abbiano tutti gli strumenti per verificarlo. Non vedo l'ora che venga fuori la verità: voglio essere interrogato, voglio che verifichino tutto di me, non ho nulla da nascondere. Nulla". Lo dichiara in una nota Tiziano Renzi, commentando l'inchiesta Consip che lo vede coinvolto.

"Non ho mai fatto cene segrete in bettole in vita mia, come scrive qualcuno. Conosco effettivamente Carlo Russo, del cui figlio sono padrino di battesimo, ma leggo cose sui giornali di cui non so assolutamente nulla". Lo afferma in una nota Tiziano Renzi, commentando quanto affermato oggi da Alfredo Mazzei, commercialista amico di Romeo, in un'intervista a Repubblica. Nell'articolo si fa riferimento ad un "incontro segreto" tra Tiziano Renzi, Romeo e Russo "in una trattoria senza pretese con ingresso riservato".

"Mi sembra di vivere un incubo". Scrive in una nota Tiziano Renzi. "Sono stato indagato due anni fa per la prima volta in vita mia e mi hanno assolto ma la notizia è stata riportata in qualche trafiletto. Spero solo che il giorno in cui tutto questo finirà ci sarà lo stesso spazio sui giornali che c'è oggi. Vivo perché i miei nipoti sappiano che io sono quello che hanno sempre conosciuto e non ciò che i giornali scrivono oggi", sottolinea.

ORLANDO: NO A STRUMENTALIZZAZIONI - “Non è una vicenda che intendo affrontare, ci sono delle indagini in corso e come ministro della Giustizia non posso fare nessun tipo di sottolineatura. E’ presto anche per formulare un giudizio di tipo politico”. Lo ha detto il guardasigilli e candidato alla segreteria del Pd Andrea Orlando intervistato a Omnibus su La7 rispondendo a una domanda sul caso Consip.

Al momento c’è una situazione nella quale, ha aggiunto Orlando, “ci sono giudizi di persone contro altre persone”, “al momento il chiarimento compete ai protagonisi della vicenda, ci sono strumenti per chiarire senza implicazioni di carattere istituzionale”. “E’ mio dovere non prestarmi a nessun tipo di strumentalizzazione – ha concluso -, qui non c’entra niente il congresso del Pd ma i compiti affidati al Guardasigilli, se dessi un giudizio chiunque potrebbe pensare che per il mio ruolo ho altri elementi che in realtà non ho, non esprimo valutazioni”.

I militari del Comando dei carabinieri per la Tutela dell’ambiente del comando provinciale carabinieri di Napoli e del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli hanno dato esecuzione ieri ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’imprenditore campano Alfredo Romeo.

Ad emettere la misura l’ufficio del Gip del tribunale di Roma su richiesta della locale procura della Repubblica in relazione ad un episodio di corruzione in ambito Consip.

PM: TIZIANO RENZI E RUSSO SI FACEVANO PROMETTERE SOLDI - L'imprenditore Carlo Russo e Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, "sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni", ad di Consip, "si facevano promettere indebitamente" "da Alfredo Romeo", arrestato oggi, "che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilità a contenuto economico, consistenti nell'erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni", in relazione allo svolgimento di gare. E' quanto si legge nella contestazione riportata nel decreto di perquisizione a carico di Russo.
   
GIP: LOTTA IMPRENDITORIALE A SUON DI TANGENTI - Una lotta imprenditoriale per aggiudicarsi gli appalti che, a detta degli stessi indagati, "sembra essere gestita a suon di tangenti" o attraverso la "ricerca di appoggi all'interno dell' 'alta politica'". Lo scrive il Gip di Roma Gaspare Sturzo nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Romeo.

Dalle indagini, dice il Gip, è emerso un "gravissimo quadro di possibile infiltrazione criminale in Consip, almeno quanto ad alcune gare" tra cui la Fm4, il facility management del valore di 2,7 miliardi.

"La forza corruttiva di Romeo è ampliata dalla sua conclamata 'rete' di conoscenze istituzionali 'ad altissimo livello', conoscenze che, all'evidenza, utilizza in modo spregiudicato per orientare a suo vantaggio l'agire della pubblica amministrazione".

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