Strage di Milano, Pellicanò condannato ad ergastolo

MILANO - Si è chiuso con l'ergastolo a carico di Giuseppe Pellicanò il processo per gli accadimenti del 12 giugno dello scorso anno, in cui il pubblicitario causò l’esplosione della palazzina di via Brioschi, alla periferia sud di Milano, in cui rimasero uccisi la sua compagna Micaela Masella e la coppia di fidanzati originari della provincia di Macerata, Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, che abitavano nell’appartamento accanto al suo. Il gup di Milano, Chiara Valori, ha accolto la richiesta del pm Elio Ramondini e disposto la condanna all’ergastolo per l’uomo imputato di strage e devastazione aggravata. Esclusa l’aggravante per i futili motivi.

Pellicanò, presente in aula al momento della lettura del verdetto, è rimasto impassibile. Una perizia psichiatrica disposta dal Tribunale in fase di indagini aveva accertato il “vizio parziale di mente” del pubblicitario che aveva ammesso di aver svitato il tubo del gas della cucina del suo appartamento mentre si trovava in uno stato di “euforia ebete” dovuto alla massiccia assunzione di psicofarmaci.

Il pubblicitario, secondo quanto emerso, stava infatti attraversando una fase di profonda depressione per una crisi coniugale: la sua compagna Micaela aveva infatti espresso l’intenzione di lasciarlo per andare a vivere insieme al suo nuovo fidanzato. “La sua capacità di intendere e di volere al momento del fatto – avevano messo nero su bianco i periti Isabella Merzagora, Franco Martelli e Marco Zucconi – era, per infermità, grandemente scemata”.

Ma il giudice milanese non ha tenuto conto dell’esito della perizia sullo stato di seminfermità mentale dell’imputato e lo ha anche condannato a 5 anni di libertà vigilata una volta finita di scontare la sua condanna. Disposta anche la decadenza della podestà genitoriale per l’uomo. Il Tribunale dei Minorenni gli aveva già tolto le sue due bambine, 7 e 11 anni, entrambe rimaste gravemente ustionate dall’esplosione, affidandole ai nonni materni. “Le bimbe stanno bene – ha riferito la mamma di Micaela Masella che le accudisce insieme al marito – vedremo cosa vorranno fare in futuro con il loro padre”.

Pellicanò, ha inoltre stabilito il gup Valori, dovrà versare una provvisionale 350 mila euro a ciascuno dei genitori di Micaela Masella, 160 mila euro alla sorella e 400 mila euro a ciascuna delle figlie. E ancora: 350 mila euro a ciascuno dei genitori di Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa e 160 mila euro ai fratelli delle due giovani vittime. I parenti delle vittime erano presenti in aula e molti di loro non sono riusciti a trattenere le lacrime dopo la lettura della sentenza. “Purtroppo è una sentenza che non ci restituisce la nostra Micaela”, ha commentato il signor Masella. “Perdono? Io no, non perdono”, ha aggiunto la sorella di Micaela.

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