Totò Riina potrebbe essere scarcerato

ROMA - Il superboss siciliano Totò Riina ha diritto ad “una morte dignitosa” e per questo motivo potrebbe godere del differimento dell’esecuzione della pena. La Prima Sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato infatti l’ordinanza con cui il Tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva respinto la richiesta presentata dai legali del padrino corleonese di differimento dell’esecuzione della pena o, in subordine, di detenzione domiciliare a causa delle gravissime condizioni di salute di Riina.

In particolare il collegio ritiene che non emerga dalla decisione del giudice in che modo si è giunti a ritenere compatibile con il senso di umanità della pena "il mantenimento il carcere, in luogo della detenzione domiciliare, di un soggetto ultraottantenne affetto da duplice neoplasia renale, con una situazione neurologica altamente compromessa", che non riesce a stare seduto ed è esposto "in ragione di una grave cardiopatia ad eventi cardiovascolari infausti e non prevedibili". La Cassazione ritiene di dover dissentire con l'ordinanza del tribunale, "dovendosi al contrario affermare l'esistenza di un diritto di morire dignitosamente" che deve essere assicurato al detenuto. Inoltre, ferma restano "l'altissima pericolosità" e l'indiscusso spessore criminale" il tribunale non ha chiarito "come tale pericolosità "possa e debba considerarsi attuale in considerazione della sopravvenuta precarietà delle condizioni di salute e del più generale stato di decadimento fisico".

Arrestato il 15 gennaio del 1993 a Palermo, dopo una latitanza di 24 anni, Salvatore Riina è rinchiuso nel carcere di Parma. Numero 1 indiscusso di Cosa nostra, per oltre due decenni ha guidato la criminalità organizzata siciliana, dichiarando apertamente guerra allo Stato in un attacco frontale culminato nella cosiddetta “stagione delle stragi”.

1 Commenti

Nuova Vecchia

Modulo di contatto