Dall'idea al business: essere imprenditori di successo non significa solo avere le migliori idee

Molto è stato scritto sull'essere manager e su come diventare imprenditori di successo, da manuali dettagliati, ad articoli schietti e retorici, a cataloghi sulle 10 cose da fare, da leggere, da imparare per essere i migliori manager, fino alle autobiografie di chi ce l'ha fatta, tanto illuminanti quanto talvolta distanti dalla realtà quotidiana del lettore.

Nell'Italia creativa e lavoratrice di oggi, ogni giorno vengono concepite un'infinità di idee dalle ottime prospettive di successo e di guadagno, ma molti falliscono nel promuoverle ancora prima di aver fondato la loro azienda e lanciato il proprio business.

È infatti una realtà difficle da smentire, che per essere degli imprenditori di successo non è sufficiente avere le migliori idee, perché queste vanno poi plasmate, aggiustate, arricchite e attuate secondo la logica di mercato, per giungere a maturazione e diventare un brand riconoscibile e un prodotto indispensabile, e per ottenere ciò c'è molto lavoro da fare ed è necessario avere una forte tempra caratteriale e impegnarsi su più fronti.

Determinazione, ambizione e senso degli affari
Tra le doti più importanti che un imprenditore deve avere per raggiungere il successo, ci deve essere sicuramente una forte determinazione, per superare le prime difficoltà e riuscire a perseguire il proprio obiettivo, nonché la passione per quello che si fa, l'unico sentimento in grado di alimentare la propria idea e il suo futuro sviluppo nel corso del tempo.

Inoltre, lungo la via del successo, risulta talvolta difficile non accontentarsi dei primi successi e fermarsi al primo traguardo: gli imprenditori di successo non sono persone che si accontentano, ma individui che desiderano spingersi oltre i limiti e che pretendono sempre di più, dalla propria idea e dal proprio business, nonché da loro stessi.

È un bell'esempio Marco Tronchetti Provera, il AD di Pirelli e vice presidente di Mediobanca, che dopo aver fondato e portato al successo la sua prima società, la Sogemar, impegnata nel settore della logistica, non si è accontentato di questo successo personale, ma ha deciso di usarla come trampolino di lancio per entrare in Camfin e poi in Pirelli. Da oltre vent'anni dirige il Gruppo della Bicocca, promuovendone l'innovazione e la competitività dal punto di vista tecnologico, anche grazie alle collaborazioni portate avanti con le maggiori Università milanesi e internazionali, per avere sempre una fucina di talenti al servizio del suo business.

Per un esempio più internazionale si può pensare al compianto Steve Jobs: se si fosse accontentato di lavorare alla Atari come sviluppatore di video giochi e non avesse perseguito con tutte le sue forze l'idea di fondare la sua società di computer, e ancora, se non avesse percepito il potenziale delle capacità di Wozniak e non lo avesse convinto a collaborare insieme, oggi nessuno potrebbe utilizzare un dispostivo Apple, per telefonare, navigare in Internet e lavorare da casa con il proprio personal computer.

Tra tecnologia e innovazione
La tendenza verso l'auto perfezionamento e la sfida con sé stessi e con gli altri, sono infatti alcuni dei sentimenti portanti che alimentano la vita delle persone di successo, che desiderano essere sempre aggiornate sulle ultime novità e vogliono che anche la loro azienda sia innovativa e all'avanguardia, per mantenersi competitiva e saper rispondere alle nuove e crescenti esigenze del mercato.

Si pensi alla sfida silenziosa a colpi di tecnologia, che si sta svolgendo tra i colossi dell'ITC Google, Apple, Facebook e Microsoft per conquistare la leadership nel campo della Realtà Virtuale e Aumentata, la nuova frontiera della tecnologia di visualizzazione, che potenzialmente potrà avere la stessa diffusione dei cellulari e dei televisori.

Alla fine di tutti questi sforzi chi sarà a vincere? L'idea migliore, il marchio più forte, il brand più centrato, o il dispositivo più economico? Una bella provocazione in questo senso è stata lanciata da Google con il suo Google Cardboard ma il lavoro da fare per ottenere il successo nel campo del virtuale è ancora lungo.

Un team vincente
Dato che nessun uomo è un'isola e che non si può eccellere in tutto, un imprenditore di successo non è un capo solitario, che conserva gelosamente la sua idea e non vuole condividerne lo sviluppo con nessuno, bensì deve essere una persona che sa aggregare, un leader carismatico in grado di attrarre altre personalità di successo e di armonizzare le qualità di ognuno per migliorare il lavoro di tutto il team e quindi la sua produttività.

Per questo, per non avere sorprese e trovarvi in fastidiose querelle legali, come è successo a Mark Zuckerberg e soci per la paternità di Facebook, un buon manager e leader è in grado di valutare le persone e sa scegliere con saggezza i suoi collboratori, e nel rapporto con loro è schietto e diretto, al fine di valorizzare le competenze e attribuire i giusti meriti a ciascuno.

Il brand al centro
Una volta che avete la vostra idea, il vostro team per svilupparla e un po' di fondi liberi per lavorarci, la cosa principale su cui dovete concentrarvi è come lanciarla sul mercato e renderla un prodotto di consumo. Stiamo parlando del brand, ossia del modo in cui decidete di presentare la vostra idea, che deve puntare non tanto a convincere il consumatore, quanto ad evocare in lui una percezione e un'emozione che riguarda voi, la vostra idea e la vostra azienda, che gli permetta di riconoscerla e di fidarsi a istinto della bontà e utilità della vostra proposta.

Per studiare un buon brand servono immaginazione, creatività, una buona visione di insieme e soprattutto esperti del settore marketing e comunicazione, che vi affianchino nel lancio del vostro business e partecipino a tutte la fase creativa e operativa. Se saprete dare il giusto ruolo alle figure chiave della vostra azienda e armonizzare con determinazione le idee di tutti, potrete imboccare la strada del successo e vedere la vostra idea prendere vita propria.

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