Firenze, interrogato dai magistrati il secondo carabiniere coinvolto nello stupro

di MARIAGRAZIA DI RAIMONDO - Il secondo carabiniere del nucleo radiomobile coinvolto nello stupro di Firenze è stato interrogato per tre ore di fila dal magistrato Ornella Galeotti e dal procuratore aggiunto Rodrigo Merlo. Si tratta di Pietro Costa, 32enne siciliano, che vive da anni a Firenze. Costa ha "adottato" la stessa linea difensiva del collega Marco Camuffo (il primo dei due ad aver raccontato l'accaduto ai magistrati).

Costa ha riferito che i due nella notte tra il 6 e il 7 settembre, di pattuglia insieme, sono intervenuti per sedare una rissa nella discoteca Flò. Lì hanno conosciuto le due studentesse in difficoltà, perché non trovavano un taxi. I carabinieri hanno deciso di farle salire sulla vettura di servizio (atto vietato da regolamento), per dare loro un passaggio. Le hanno accompagnate a casa e lì hanno avuto un rapporto consensuale, consumato nelle scale, l'altro all'interno dell'ascensore. Per giustificare l'assenza, Costa e Camuffare hanno riferito alla centrale che si "fermavano per un controllo".

Le due ragazze che hanno dato una versione diversa, hanno riferito della violenza subìta e che dopo aver lo stupro sono state lasciate sotto shock e in lacrime. L'avvocato Gallori, difensore di Costa, ha dichiarato che il suo assistito è sconvolto per quello che ha letto, senza dubbio sono stati commessi degli errori che Costa riconosce, però il rapporto è stato consensuale. Nel frattempo i due carabinieri sono stati sospesi dall'Arma.

La reazione del mondo politico non è mancata e la ministra della Difesa Roberta Pinotti ha dichiarato: "sono state fatte cose gravissime contro le ragazze e contro l'etica dei carabinieri. Non posso anticipare l'esito della commissione interna, il primo atto è stata la sospensione ma penso che si debba andare oltre. Il fatto è di una gravità inaudita, la violenza sulle donne è fatto grave ma svolto da una persona in divisa lo è ancora di più".

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