"Gualtiero? Io lo conoscevo bene..."

di KETTY MAGNI (SCRITTRICE) - Ho avuto la grande fortuna di essere amica di colui che ha scritto la storia della cucina italiana. Il maestro Gualtiero Marchesi aveva lo spirito dell'eterno ragazzo, e possedeva un entusiasmo contagioso che riusciva a trasmettere ai suoi innumerevoli allievi, di cui ricordava le propensioni, il carattere, le doti. Era convinto che ogni cuoco dovesse rispettare un codice etico. Riusciva a cogliere il senso artistico del cibo, trasformando ogni pietanza in un'autentica opera d'arte.

Ricordo la sua spiccata golosità, il buongusto, e la capacità di variare i piatti della tradizione con un tocco superbo da direttore d'orchestra.
Abile e colto conversatore, sapeva intrattenere con garbo, innovando la storia della cucina italiana, ma conoscendo il passato.
 
Aveva ereditato dal padre la passione per l’opera lirica e aveva sposato Antonietta, musicista. In omaggio al celebre compositore pesarese,  aveva rielaborato una versione del filetto alla Rossini, e mi aveva gentilmente concesso di riportarla nel mio romanzo più recente “Rossini, la musica del cibo”.
 
A livello personale, con affetto paterno aveva incoraggiato la mia ispirazione letteraria, firmando la prefazione al romanzo “Il principe dei cuochi”, dedicato a Maestro Martino, e ogni volta che faccio riferimento a questo libro, penso che Gualtiero Marchesi sia stato “Il re dei cuochi”.
 
In questi giorni, scorrono nella mia mente i tanti momenti gioiosi trascorsi insieme  e concludo questo mio ricordo con una delle sue frasi preferite: "I ricordi svaniscono, resta il vissuto".