Pd, Renzi si è dimesso. "Ora al via nuova fase"

(ANSA)
ROMA - Renzi dopo la debacle delle politiche lascia. "Come sapete e come è doveroso, mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta, una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova all'interno del Pd". A dichiararlo il segretario Pd al Nazareno che annuncia, come anticipato dal Giornale di Puglia, le dimissioni da segretario del Partito Democratico. "E' ovvio che io debba lasciare la guida del partito democratico", ha aggiunto l'ex premier.

"Avevamo detto no a un governo con gli estremisti, non abbiamo cambiato idea". "Non c'è nessuna fuga. Terminata la fase dell'insediamento del Parlamento - ha detto ancora - e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta".  Serve "un congresso che a un certo punto permetta alla leadership di fare ciò per cui è stato eletto. Non un reggente scelto da un 'caminetto', ma un segretario scelto dalle primarie", ha aggiunto.

"Diciamo tre no: no agli inciuci, no ai caminetti: l'elemento costitutivo del Pd sono le primarie, no agli estremisti'.

POLEMICHE DOPO ANNUNCIO - Parole che destano però polemiche all'interno del partito. "La decisione di Renzi di dimettersi e contemporaneamente rinviare la data delle dimissioni non è comprensibile. Serve solo a prendere ancora tempo". Lo dice il capogruppo Pd Luigi Zanda. "Le dimissioni di un leader sono una cosa seria, o si danno o non si danno. E quando si decide, si danno senza manovre". Serve "collegialità che è l'opposto dei caminetti" e "annunciare le dimissioni e rinviarne l'operatività per continuare a gestire il partito e i passaggi istituzionali delle prossime settimane è impossibile da spiegare".

"Penso che annunciare le dimissioni, e non darle, dopo avere subito una sconfitta di queste dimensioni sia vistosamente in contrasto con il senso di responsabilità di lealtà e di chiarezza dovuti al partito, ai suoi militanti, ai suoi elettori", commenta Anna Finocchiaro.

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