Chiusura punti di primo intervento, Dit-Nci: "Nella sanità pugliese il peggio deve ancora venire"

BARI - Così il gruppo dei consiglieri regionali di Direzione Italia-Noi con l’Italia (Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Manca e Renato Perrini) commentano la possibile decisione della giunta regionale.

"Quando pensi che peggio non possa andare nella Sanità pugliese ecco che arriva l’ennesima mazzata: l’annuncio – che apprendiamo sempre dalla stampa – della chiusura di 39 Punti di Primo Intervento il 30 aprile prossimo.

Si tratta di infliggere innumerevoli ai disagi dei cittadini dei Comuni interessati (17 nel Barese, tre nella Bat, cinque nel Brindisino, cinque sul Gargano, tre nel Salento e cinque nel Tarantino) che rimarranno totalmente privi 365 su 365 giorni l’anno di qualsiasi presidio sanitario e che dovranno chiamare il 118 o andare all’ospedale più vicino nel caso di malore. E se in alcuni territori si dovranno fare pochi chilometri per raggiungere il Pronto Soccorso dell’ospedale ci sono alcune località che sono talmente distanti da rischiare di mettere a repentaglio la stessa vita. Una decisione che  andrà ad intasare maggiormente i Pronto Soccorso che già lavorano in condizioni di surplus e mancanza di personale.

Senza contare che molte località sono turistiche, un esempio su tutti Vieste il cui Punto di Primo Intervento serviva un bacino di centinaia e centinaia di migliaia di turisti durante l’estate tenuto conto che il primo ospedale utile (per altro ecclesiastico) è San Giovanni Rotondo.

Insomma, una Sanità pugliese con un Piano di Riordino Ospedaliero che ha tagliato reparti e posti letto e ai pugliesi è costato anche di più, una sanità periferica sempre più depauperata, liste di attesa che finiscono per scoraggiare anche a curarsi e un presidente che pretende di continuare a fare l’assessore alla Sanità, non capendo che è il primo responsabile di questo sfascio!", concludono i consiglieri regionali.

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