Quei 'Diplomatici italiani in Svizzera' accanto agli emigranti

di FRANCESCO GRECO - BERNA (Ch). “La tratta delle bianche nel suo organismo e nel suo movimento, è, quasi, calcata su quella dei negri” con “prezzi dei listini di borsa che variano sempre a seconda dei paesi”, salvo “la fanciulla ebrea”, che, per sprezzo, è, invece, la preferita su tutti i mercati umani” (Raniero Paulucci di Calboli, Roma, 1861-1831, “regio ministro plenipotenziario di prima classe a Berna dal 1913 al 1919”).

L’azione di Reale (Ministro plenipotenziario voluto dall’allora Ministro degli Esteri Pietro Nenni) si concentrò sulla difesa dei diritti dei nostri lavoratori, spronando, nello stesso tempo, il loro dovere e il loro sentimento di rispetto verso il Paese ospitante (…). Inventò le libere colonie italiane in Svizzera, ma la sua fama fu schiacciata dal fratello.

Cinque esistenze, un unico denominatore: l’adesione totale alla “causa” degli emigranti italiani in Europa (oltre alla Confederazione, Francia, Gran Bretagna, ecc.) dove la rivoluzione industriale trattava i bambini come bestie.
 
Oltre a di Calboli ed Egidio Reale (Lecce, 1888, Locarno 1958), fratello del Ministro della Giustizia Oronzo, leccesi), Giulio Silvestrelli (1853-1938), Giuseppe De Michelis (1872-1944) e Attilio Tamaro (1884-1956).

Un secolo, poi detto “breve”, denso di avvenimenti e sconvolgimenti epocali, di orrori e tragedie per i popoli, di ideologie, di utopie, di “ismi”, di scontri sociali e ispide contraddizioni, i cui echi dal centro si propagano alle periferie riscrivendo ex abrupto la geopolitica.       
 
Ricostruito, nella sua complessa architettura (eventi, fatti, personaggi che hanno fatto la Storia), attraverso le loro biografie da Tindaro Gatani in “Diplomatici Italiani in Svizzera”, Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, 2018, pp. 96, euro 20.
 
Un ampio corredo fotografico, molto evocativo e una prefazione in cui Pier Ferdinando Casini (Presidente della Commissione Esteri) rilegge il ruolo dell’ambasciatore al tempo del link e il troll (“la figura e il ruolo assumono una nuova e più profonda funzione”), ne fanno un lavoro ben strutturato, e diremmo necessario, sospeso fra storia, scienze politiche, sociologia, antropologia, Come, d’altronde, tutti i saggi di Gatani, ragazzo siciliano che ha fatto l’insegnante in Svizzera. 

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