Da Casarano a Berlino, Ugo Fracasso story

di FRANCESCO GRECO - GEMINI (LE). Canta Modugno divinamente, la sua cucina è cosmopolita e raffinata (piacque a Pertini, Cossiga, Paolo Rossi), ama la musica sinfonica e la pittura, parla molte lingue, è un esteta.

Dopo 47 anni in giro per il mondo (Germania, Svizzera, Danimarca, Norvegia, Svezia, Francia), da 18 è tornato nella sua amata terra, il Salento e a Gemini (a due passi da Ugento) ha aperto un posto unico al mondo: Palazzo Ricordi è un pò albergo, un pò ristorante, sala da ballo, ma anche, soprattutto, un contenitore culturale per eventi teatrali e musicali di alto livello (ha appena ospitato la grande cantante argentina Dolores del Campo in una serata indimenticabile e Lia Preite, con superbe interpretazioni, fra cui quella di Edith Piaf, accompagnate al pianoforte dal maestro Vito Mantica).       
Eccellenza di Puglia, Ugo Fracasso da Casarano è una persona, e un personaggio, che non si può spiegare: occorre solo conoscere, vi aspettano ore indimenticabili, imparerete molte cose, perché la sua intelligenza acuta e la cultura inesauribile saranno le password migliori per un "salotto" molto istruttivo.

DOMANDA: Lei scoprì la musica sinfonica che era bambino, come accadde?
RISPOSTA: "Avevo 8 anni quando per la prima volta ascoltai in piazza un'opera. Era il Trovatore di Giuseppe Verdi. Non mi entusiasmò, ma la sera successiva, al cinema proponevano il film omonimo. Capii la storia, mi commosse, e ogni volta che c'era un film al cinema non me lo perdevo. Così nacque il mio amore per la lirica".

D. E quando decise di imparare le lingue?
"A 16 anni capii che più sai e più vali, per questo decisi a 18 di uscire dall'Italia e cercare in altri paesi di conoscere la lingua, la cultura, le usanze".

D. E dove andò?
R. "Il primo paese fu la Germania, una città sul Necker Hailbronn. Ma si parlava il dialetto, e subito dopo pochi mesi andai al nord, Amburgo, dove si parlava il buon tedesco. Fui preso come apprendista in uno dei migliori hotel d'Europa di quei tempi, il Reich Hof.
Da Amburgo in Danimarca, poi in Svezia, Francia e Svizzera, sempre in hotel a 5 stelle, umilmente e sempre da apprendista, ho fatto tanta gavetta".

D. Lei fu grande amico del tenore Di Stefano...
R. "Ritornai in Germania a Berlino dove nel 1967 conobbi Giuseppe di Stefano. Ero all'Hotel Hilton e da quel giorno sino alla sua morte fummo dei veri amici".

D. A Berlino aprì un ristorante, che chiamò col suo nome: Ugo... 
R. "A Berlino la mia carriera proseguì, diventai il direttore del più rinomato ristorante, lo Chalet Suisse.
Poi misi su il mio ristorante, che in breve divenne il più famoso di quelle stupenda città. Avevo conosciuto mia moglie, Marie Luise Schlaack che s'innamorò di me guardandomi preparare i miei piatti...".

D. Da chi era frequentato?
R. "Dall'alta società Berlinese, da attori e cantanti, celebri direttori d' orchestra di quei tempi. Ricordo il maestro von Karajan, Claudio Abbado, Nello Santi, Giuseppe Sinopoli ecc..
Oltre a Di Stefano, Luciano Pavarotti, Josè Carreras, Placido Domingo, Katia Ricciarelli, Jessi Norman, tanto per citarne alcuni: il mondo della lirica era sempre a tavola da me".

D. Divenne anche un amante dell'arte, passavano molti pittori?
R. "La passione per l'arte ce l'avevo nell'animo... Sono stato un mecenate, quasi tutti gli artisti del Riuniti-Artisti berlinesi hanno esposto sulle pareti del mio ristorante e alcuni sono diventati famosi.
Non prendevo denari, organizzavo a mie spese, e alle fine, il compenso era un dipinto. Berlino per me è stata indimenticabile, anche per le opere che i miei ospiti acquistavano da me, abbellendo le pareti delle loro case".

D. A un certo punto ha anche promosso i prodotti di Terra d'Otranto...
R. "Certo, ho promosso i nostri prodotti: olio,vino, ecc... Fra cui il vino di Copertino, il Barone Bacile di Castiglione, che è stato anche ospita a casa mia.. Gli altri non mi piace citarli, non lo meritano.
Il signor Salvatore Leone de Castris veniva ogni anno alla settimana verde a Berlino, era a cena nel mio ristorante e mi diceva: Ugo, torna nel Salento, abbiamo bisogno di persone come te...".

D. Ma la nostalgia per la propria terra a un certo punto diventa forte, impossibile resistere... 
R. "Spinto anche da lui, ho riempito due valigie delle mie esperienze e sono tornato... Con tristezza, perché qui non te le fanno aprire, resteranno chiuse e questo mi rattrista.
Non ci sono più quelle persone che lasciai ai miei tempi.
Al Lido di San Giovanni a Gallipoli anni 50-60, oppure quelle delle Selva di Fasano, il Fagiano da Gastone...
Oggi c'è una nuova società, quella delle p: pizza, pittule e pizzica. Sarà quella la sua cultura?
Ho chiuso il mio ristorante dopo 18 anni di lotte. Adesso ho un'Associazione Culturale senza fini di lucro. Faccio ciò che ho sempre amato: la buona musica, quella che che dà nutrimento all'anima.
Come qualcuno disse: Non si vive di solo pane". 

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto