Mons.Leonardo D’Ascenzo (intervista): "Colpito dall’intensità della devozione dei barlettani verso la Madonna dello Sterpeto"

di NICOLA RICCHITELLI – Arriva nel giorno della Solennità della Beata Vergine Maria dello Sterpeto la testimonianza alla nostra testata di Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, e lo fa attraverso una preziosa intervista dove è la Madre di Gesù ad avere un ruolo centrale, così come questo maggio totalmente a Lei dedicato: «Il mese di maggio è dedicato a Maria, la Madre di Gesù! Quello che mi colpisce è che il popolo dei credenti vuole e desidera questo…».

Un mese dedicato a Maria, da vivere nel nome di Maria, per l’appunto, in tal senso Mons.D’Ascenzo traccia la strada da seguire: «…ritengo opportuno che in questo periodo si partecipi più frequentemente alla vita parrocchiale, nella quale è data a tutti la possibilità della frequenza della  Santa messa e di altri momenti di riflessione e di approfondimento della Parola di Dio. E, poi, a completamento di quanto detto, prima vanno curate di più le relazioni umane: vanno riaccese quelle interrotte a causa di conflitti, liti e risentimento, e quelle, purtroppo tante, cariche di disagio e di povertà».

«… Chiedo il permesso di entrare nei vostri cuori e avere un piccolo spazio nella vostra preghiera…», è stato amato da subito questo Servo di Dio venuto da Anagni - arrivato nella Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie a seguito della prematura dipartita dell’amato Mons. Giovan Battista Picchierri avvenuta nel Luglio dello scorso anno - sin da quel 27 gennaio – giorno del suo insediamento nella Diocesi - quando quasi a punta di piedi e celando una certa timidezza fece il suo ingresso nella Cattedrale di Trani, una frase che ben delinea i tratti del nuovo Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie.

Spazio nella parte finale dell’intervista a quei momenti vissuti da quel 4 novembre – giorno in cui la Santa Sede ufficializzò la nomina ad Arcivescovo – fino ad arrivare all’Ordinazione episcopale ricevuta il 14 gennaio al Palazzetto di Anagni: «Ho provato sorpresa frammista a gioia quando mi è stato comunicato che il Papa mi aveva eletto a Pastore di quella Chiesa particolare che repentinamente aveva perso il suo Vescovo… conservo ancora la manifestazione di affetto sincero da parte dei fedeli tutti della comunità ecclesiale che lasciavo (diocesi di Velletri-Segni)  e della nuova comunità ecclesiale nella quale subentravo come Pastore (arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie)».

Mons. D’Ascenzo, mi permetta innanzitutto di porgerLe i saluti da parte mia e da parte della redazione del Giornale di Puglia tutta, così come mi permetta di ringraziarLa per la testimonianza che sta rilasciando al nostro giornale.

Eccellenza, cosa significa vivere un mese nel nome di Maria?
R:«Grazie a lei e alla redazione per questa intervista che, in qualche modo, mi offre l’opportunità di svolgere il mio servizio di pastore sul terreno dei mezzi della comunicazione sociale.
Il mese di maggio è dedicato a Maria, la Madre di Gesù! Quello che mi colpisce è che il popolo dei credenti vuole e desidera questo. Le motivazioni alla base di tale dato potrebbero essere tante, ma a me piace mettere in evidenza una dei tratti più peculiari di Maria. Essa, resasi docile al progetto di Dio su di lei, si ritrova ad esprimere, con le modalità proprie di madre, la tenerezza di Dio: bontà, prossimità, misericordia. Un po’ ovunque e in tutte le epoche Maria ha fatto sentire la propria voce, il proprio richiamo: ciò è attestato dai numerosi santuari mariani presenti vicino e lontano da noi. Il popolo di Dio vede in lei una mirabile interprete e un sicuro punto di riferimento nelle diverse situazioni di vita in cui ciascuno si può trovare, soprattutto quelle denotate dal dolore, dalla sofferenza, dall’angustia. Nei secoli anche numerosi artisti hanno voluto esprimere questa tipica  indole mariana con le proprie produzioni che ritroviamo soprattutto nella chiese e nelle cappelle. Maria è espressione di tenerezza in quanto è apertura alla speranza, è ponte verso l’eterno Dio, porta che conduce al suo Figlio Gesù, è promessa di liberazione».

Con che spirito e con che animo bisogna vivere questi giorni? 
R:«E’ lo stesso spirito che ha sempre assunto Maria: la docilità nei confronti di Dio e la premura nel bisogno altrui. Maria si è fatta attenta alla proposta del Signore che la chiamava a divenire lo strumento indispensabile per il suo ingresso nella storia in Gesù Cristo come uomo tra gli uomini. Inoltre è significativo che si rechi in aiuto di sua cugina Elisabetta in attesa di Giovanni per offrirle aiuto. Mettersi in ascolto di Dio lo si fa nella preghiera, nell’ascolto assiduo della sua Parola, nell’accostarsi ai sacramenti della riconciliazione e dell’ eucarestia. Perciò ritengo opportuno che in questo periodo si partecipi più frequentemente alla vita parrocchiale, nella quale è data a tutti la possibilità della frequenza della Santa messa e di altri momenti di riflessione e di approfondimento della Parola di Dio. E, poi, a completamento di quanto detto prima vanno curate di più le relazioni umane: vanno riaccese quelle interrotte a causa di conflitti, liti e risentimento, e quelle, purtroppo tante, cariche di disagio e di povertà».

Mons. D’Ascenzo, qual è il rapporto della nostra gente e della nostra terra con la Madre di Gesù?
R:«Anche nel nostro territorio Maria ha fatto sentire la propria voce materna e tenera. Ciò è attestato dalla presenza di numerosi santuari mariani sempre frequentati da centinaia e centinai di fedeli. E sarebbe lungo l’elenco delle manifestazioni mariane pubbliche (novene, tridui, processione, occasioni di preghiera, ed altro)».

E della città di Barletta con la Madonna dello Sterpeto?
R:«Parlerei di un vero e proprio legame tra i barlettani e la Madonna dello Sterpeto. Un vero e proprio saggio della profondità di esso ho potuto percepirlo il primo maggio, quando l’icona della Madonna è stata trasferita dall’omonimo santuario in città, nella Basilica Concattedrale di Santa Maria Maggiore. Sono stato colpito dall’intensità della devozione e dal senso religioso che trasaliva dai gesti e dai  volti dei fedeli presenti sin dalla partenza dal santuario che custodisce la sacra Icona fino alla celebrazione conclusiva in Concattedrale; poi l’altro elemento che mi ha colpito è la quantità dei fedeli. E, come mi è stato riferito, questo scenario di compostezza e di preghiera, si ripete ogni anno nel mese di maggio da sempre. E non solo nel mese di maggio!».

Come è cambiata la sua vita dal quel 4 novembre, giorno in cui la Santa Sede ha ufficializzato la sua nomina ad arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie? 
R:«Ho provato sorpresa frammista a gioia quando mi è stato comunicato che il Papa mi aveva eletto a Pastore di quella Chiesa particolare che repentinamente aveva perso il suo Vescovo. Ma ho provato anche sentimenti di gratitudine nei suoi confronti per avermi scelto affidandomi un incarico di notevole mole. Non è mancata la mia preghiera al Signore e a Lui il mio grazie. Nel saluto al clero diocesano, ai consacrati e ai fedeli, tra l’altro, ho voluto dire che: “Vi ho accolti da subito nella mia preghiera, e vi ricordo volentieri ogni giorno. Chiedo il permesso di entrare nei vostri cuori e avere un piccolo spazio nella vostra preghiera. Lo Spirito Santo ha già cominciato a tessere legami, invisibili ma reali, di comunione che avremo modo, tra non molto, di approfondire ed incarnare nelle ordinarie e quotidiane relazioni”. Altresì ho voluto comunicare loro che avrei inteso il mio ministero come servizio, traendo ispirazione dalla pagina evangelica della lavanda dei piedi; come servizio proprio come fece Gesù.
Per il resto, ho continuato ancora per poco ad essere rettore del Seminario di Anagni. Contemporaneamente ho avuto incontri con il mio vescovo mons. Vincenzo Apicella, con l’amministratore diocesano di Trani-Barletta-Bisceglie, mons. Giuseppe Pavone, e con il collegio dei consultori: il tutto finalizzato alla cura degli aspetti organizzativi relativi alla mia ordinazione episcopale. Approfitto per nuovamente ringraziare tutti per l’accompagnamento e il sostegno ricevuti».

Quali emozioni ancora conserva di quel pomeriggio del 14 gennaio 2018 quando al palazzetto dello sport "Spartaco Bandinelli", dalle mani del vescovo Vincenzo Apicella, ha ricevuto l’Ordinazione episcopale?
R:«Conservo un po' tutto quello che, a conclusione della concelebrazione, ho avuto modo di dire nel mio saluto ai presenti: riprendendo la figura del personaggio biblico Samuele, come lui mi sentivo fanciullo dinanzi ad un orizzonte nuovo, inesplorato, ma con il grande desiderio di disponibilità al progetto di Dio su di me, “nella capacità di crescere, nell’impegno di non lasciare andare a vuoto una sola parola del Signore”. Poi conservo ancora la manifestazione di affetto sincero da parte dei fedeli tutti della comunità ecclesiale che lasciavo (diocesi di Velletri-Segni)  e della nuova comunità ecclesiale nella quale subentravo come Pastore (arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie).
Inoltre porto con me gratitudine e riconoscimento al Signore per i suoi doni e al Santo Padre per avere avuto fiducia in me».

(Video a cura di Nicola Caputo di Trani Religiosa)

Mons. D’Ascenzo, in chiusura le chiedo di spendere due parole per l’Arcidiocesi Trani-Barletta-Bisceglie. Che idea si è fatto sulla nostra terra, sulla nostra gente…
R:«Come ho avuto modo di dire in diverse occasioni quella di Trani-Barletta-Bisceglie è una bella Arcidiocesi! E’ una realtà che, giorno dopo giorno, sto conoscendo! Ovunque, anche a livello civile, mi sento accolto e valorizzato! Molteplici gli inviti che ricevo per iniziative varie (liturgiche, culturali, sociali)  e, purtroppo,  non per tutte riesco a trovare il tempo per potervi prendere parte. Le parrocchie, i movimenti, le associazioni e i gruppi ecclesiali sono molto vivaci  e variegati. Vedo che i sacerdoti sono carichi di zelo e amore verso le proprie comunità e feconda è la presenza e la testimonianza  delle diverse comunità religiose maschili e femminili. Il passato di questa Chiesa ci consegna figure di santi sacerdoti, religiosi, religiose e laici che sono punto di riferimento e modello per la vita spirituale. Sul piano più propriamente pastorale sto addentrandomi nelle questioni sociali e ambientali,  dei giovani, della cultura e della comunicazioni sociali, della famiglia, degli anziani, della missione, dei malati e di altro. Si, come Vescovo sono guida e bussola di orientamento per la Chiesa di Trani-Barletta-Bisceglie, ma devo riconoscere che in essa sto trovando sempre di più le occasioni e le motivazioni per svolgere sempre meglio il mio ministero episcopale secondo il volto di Gesù Buon Pastore».

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