Ornella Vanoni (intervista): «Bello ricevere il Premio Mediterraneo! Pino Daniele voleva che dopo di lui lo ricevesse una donna…»

(credits: Saglio)
di NICOLA RICCHITELLI – Quella di stasera a Bari - al teatro Petruzzelli - sarà la penultima tappa de “La mia storia tour”, prima della chiusura al teatro Colosseo a Torino tra qualche giorno, una storia che ha iniziato a raccontare lì dove la sua storia e la sua carriera musicale ha avuto inizio, il Piccolo Teatro Strehler di Milano: «… ne sono stata molto felice perché era il teatro creato da Giorgio Strehler, una persona con cui ci siamo molto amati, ed è il teatro dove io sono nata…».

Una carriera quella dell’artista milanese celebrata qualche giorno fa proprio con la consegna del Premio Mediterraneo Arte e creatività 2018: «E’ stato bellissimo riceverlo… in passato a ricevere questo premio fu Pino Daniele, nell’occasione disse che la prossima a ricevere il premio doveva essere una donna, ecco, così hanno scelto me…».

Ma nella chiacchierata che segue vi è tanto da leggere, ragion per cui non mi dilungherò in noiose introduzioni…

Signora Vanoni, da dove nasce l’idea e l’esigenza di un concerto spettacolo che racconti la sua immensa carriera?
R:«Si, il concerto, lo spettacolo si chiamava in origine “La storia”, con cui tra l’altro ho aperto la stagione del Piccolo Teatro Strehler di Milano. Ne sono stata molto felice perché era il teatro creato da Giorgio Strehler, una persona con cui ci siamo molto amati, ed è il teatro dove io sono nata, per portare in giro lo stesso spettacolo ho dovuto cambiare nome e quindi “La mia storia” ed è proprio quella che canto sul palco; inizio lo spettacolo cantando due pezzi del repertorio della “mala”, quindi un break in tedesco ma molto ritmato, poi passo alle canzoni del mio repertorio e come sempre intervallo le esibizioni parlando al pubblico di me. Ricordo che questa è la penultima tappa del tour perché poi a Torino – al teatro Colosseo – chiuderò questa prima parte del mio tour e quindi gli spettacoli teatrali, poi riprenderemo con l’estivo dove lo spettacolo sarà più leggero».   

Una carriera che proprio qualche giorno fa è stata celebrata con il “Premio Mediterraneo Arte e Creatività” 2018….
R:«E’ stato bellissimo riceverlo, così come il premio stesso è bello, è bello il concetto in sé. Peccato che al Nord non se ne parli, così come non si parla della Fondazione che organizza il premio, una Fondazione che poggia i propri principi su valori quali la pace, ed è bene ricordare che sono tanti i personaggi famosi che lo hanno ricevuto. Il luogo della consegna poi è straordinario, pieno di cose portate da tutto il mondo, insomma è un premio molto importante ed è bene che se ne parli. In passato a ricevere questo premio fu Pino Daniele, nell’occasione disse che la prossima a ricevere il premio doveva essere una donna. Ecco, così hanno scelto me…».         

Però, se non ricordo male, leggendo una sua intervista di qualche tempo fa, raccontava che avrebbe voluto fare l’estetista. Si è mai immaginata in un centro estetico a curare e ricostruire unghie e a far cerette?
R:«Diciamo che un'estetista brava fa molto di più, è un mestiere affascinante, evidentemente però la mia vita doveva essere altro».

E' tornata a gareggiare a distanza di vent’anni sul palco dell’Ariston. Che effetto le ha fatto nonostante le otto partecipazioni?
R:«E lei ricorda con chi ci sono stata l’ultima volta…?».

Ammetto che in questo la memoria mi sta giocando un brutto scherzo….
R:«Guardi che io lo so con chi ci sono stata, mi aspetto da lei che sappia con chi ci sono andata…comunque era Enzo Gragnaniello. E sinceramente manco ci pensavo più a Sanremo. Quando mi è arrivata la canzone, mi piaceva la musica ma non il testo, a quel punto ho chiamato Pacifico e quando la canzone è diventata così perfetta e bella, ho detto va bene. Mi hanno chiesto di andare in gara, ero molto reticente, poi quando l'ho fatto ho capito l’estrema utilità di cantarla quattro volte, una canzone che non solo secondo me ma anche secondo tanti miei colleghi resterà nei classici della musica italiana. Ti dico che ritornare a Sanremo mi ha fatto molto bene».   

E lei signora Vanoni? Quanto ha imparato ad amare?
R:«Molto presto mi creda…».


Come è cambiato negli anni il suo modo di vivere il palco e di stare su un palco?
R:«E’ cambiato moltissimo, nel senso che oggi ho un bagaglio di esperienza molto grande, ho fatto in passato l’attrice, ho capito tante cose, e poi sono libera, non ho più paura. Quando salgo sul palco sono felice, molto felice, non ho nessuna remore, mi lascio andare liberamente, e questa alla gente piace molto, sentire che sul palco c’è una persona viva, vera…». 

Un'altra scelta che ha dovuto fare è stata tra musica e cinema, tra il microfono e la recitazione…
R:«Si, ritengo che la musica sia un valore aggiunto alla parola e che possa far volare. L’emozione che può dare la musica raramente la dà la parola, la poesia sì, ma non la parola».

L’ultima volta che è stata qui a Bari?
R:«Non è stato molto tempo fa… un paio d‘anni fa sono stata lì da voi a fare lo spettacolo “Un filo di trucco, un filo di tacco”. Non sapeva neanche questo, nonostante fosse di Bari…».

In realtà io sono di Barletta…
R:«Ah ecco… a Barletta non ho mai cantato, ma non è il paese dov'è nato Banfi?».

No signora Vanoni, a Barletta è nato il grande Pietro Mennea…
R:«E Banfi dove è nato?...».

Ad Andria, ma è cresciuto a Canosa di Puglia…
R:«…Grande attore, a me piace moltissimo, mi ha fatto e mi fa molto ridere».

(credits: Saglio)
E di Bari cosa ci racconta? Ha qualche ricordo in particolare che la lega alla città di San Nicola?
R:«Di ricordi ne ho molti, di Bari ricordo che un tempo aveva un Lungomare abbastanza malmesso, questo lo ricorda almeno? A Bari però – e spero di trovarlo – c’era un famoso negozio di moda, da donna, talmente famoso che quando la signora – credo fosse la proprietaria – sceglieva un vestito questo diventava subito trendy, in poche parole era lei che dettava la moda in città, ogni cosa che sceglieva per il suo negozio veniva indossata da tutte le donne di Bari. Aveva una grande intuizione, però non mi ricordo più il nome, forse si chiamava Luisa…e poi ci sono le orecchiette a Bari, davvero buone».

Le auguro che la sua ricerca vada a buon fine, sa Bari negli ultimi tempi è stato un proliferare di attività storiche chiuse per via della crisi e di attività aperte e chiuse poco dopo…
R:«Parla di quella cosa che chiamano recessione giusto? E’ meglio non dilungarci troppo altrimenti iniziamo a parlare di politica e finiamo l’intervista tra un paio di giorni…».
 
Inoltre ricordiamo che lo scorso 9 febbraio è uscito “Un pugno di stelle”, raccolta in 3 cd delle canzoni che hanno accompagnato la sua carriera. Ma la domanda in realtà è un'altra: quando un nuovo album e cosa ha ancora da dire Ornella Vanoni?
R:«Io ho ancora tantissimo da dire. La musica ha sempre tantissimo da dire, oggi purtroppo non si vendono più i dischi, è questo il problema, allora prima di fare un album inedito un artista ci deve pensare bene, perché lavorare mesi e mesi, per poi ritrovarsi a vendere un disco su dieci… purtroppo oggi la gente non va più nei negozi a comprare dischi, non si usa». 

Finito il tour invernale ha già in mente quello estivo?
R:«Le date estive onestamente non le so ancora ma le dico subito che non saranno tantissime, anche perché non mi voglio ammazzare di fatica, la cosa pesante non è mai fare i concerti bensì viaggiare… Ci vediamo al concerto e mi saluti la città di Barletta!».

CONTACTS: 

https://www.facebook.com/ornellavanoniofficialpage/

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