Ugl: Ilva e le scatole cinesi

TARANTO - In data 10 maggio è avvenuto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l’ennesimo incontro in merito alla vertenza Ilva che, dopo tanti mesi di trattativa, ha portato ad una proposta di accordo, che definiamo semplicemente inaccettabile. E’ evidente quanto poco interessi stabilire dei punti fermi sotto l’aspetto ambientale, non citato dettagliatamente nello stesso, definendolo scarso e non adeguato per tutelare la città di Taranto ed i lavoratori al suo interno. La proposta prevede discontinuità lavorativa, nonostante sia stata aperta proprio dagli acquirenti, una procedura con art. 47 (rigettata dalle OO.SS.) che parla di continuità lavorativa per i dipendenti diretti.

I dipendenti dell’appalto, i primi a subire le conseguenze di questa trattativa, nella proposta non ricevono alcun tipo di cautela, se non quella di prediligere aziende del territorio, a parità di costi. Non dimentichiamo che in questi anni di amministrazione straordinaria, i dipendenti dell’indotto hanno percepito a singhiozzo e in ritardo, lo stipendio spettante. Una clausola sociale dimenticata per migliaia di lavoratori che appartengono a questa categoria.

Il piano industriale presentato sin dalle prime battute, illustrava chiaramente una produzione in aumento nei cinque anni previsti dallo stesso, mentre per lo stato occupazionale (diretti), che al momento è composto da circa 14.000 lavoratori impiegati in tutta Italia, AM INVEST CO propone una riduzione a 8500 lavoratori diretti, un numero di lavoratori inversamente proporzionale alla produzione, quando in realtà all’aumentare della produzione dovrebbe aumentare l’occupazione. Avevamo intravisto delle speranze per i diretti quando hanno proposto per loro, anche se in discontinuità, il contratto indeterminato. Sembrava quasi una conquista, peccato che abbia la validità di 5 anni circa, cioè la durata del piano industriale e ambientale.

Una parte dell’accordo proposto che definiamo “geniale” è il sistema delle scatole cinesi, con l’apertura di una società denominata “Servizi Per Taranto” costituita da ILVA e INVITALIA (quest’ultima ricordiamo essere di proprietà del Ministero dell’Economia, quindi sempre costituita con denaro pubblico), ove “alloggiare” 1500 lavoratori terzializzati. Questa nuova società inoltre, è aperta ad eventuali partecipazioni di soggetti pubblici o privati, nella quale saranno impegnati i lavoratori in CIGS di ILVA a rotazione.

Con questa soluzione, l’acquirente afferma, con l’avvallo del Governo, esserci una prospettiva di lunga durata lavorativa, ci piacerebbe capire cosa intendono con il termine duratura. Un ulteriore notevole investimento, pari a circa 200 milioni di euro, hanno pensato bene di stanziarlo per incentivare l’esodo dei lavoratori, piuttosto che utilizzarli per l’ambiente e la sicurezza, oramai passata di moda all’interno del siderurgico, ove quotidianamente avvengono episodi che mettono a rischio l’incolumità dei lavoratori.

A quest’ultimi, nell’accordo si stabilisce che non verrà riconosciuto il Premio di Risultato per come previsto dagli accordi vigenti, ma verrà reso variabile a partire dal 2021. Nell’accordo si propone di far sottoscrivere ai metalmeccanici anche il passaggio di CCNL da elettrico a metalmeccanico, per i dipendenti della società presente nel gruppo, come partecipata, Taranto Energia. Il CCNL Elettrico appartiene ad un’altra federazione e pertanto deve essere eventualmente concordata, qualsiasi proposta, con i rappresentanti sindacali della stessa.

Ai dipendenti della suddetta oltre a voler cambiare il CCNL di appartenenza non determinano alcuna garanzia, citando la società superficialmente e senza mai aver incontrato le OO.SS. di riferimento, un vero e proprio abuso, mettendo tutto in un calderone per un tentativo di accordo veloce pieno di incertezze e privo di un futuro a lungo termine. AM InvestCo che si presenta inizialmente con prospettive brillanti, presentate da due bellissime slide sul piano industriale e ambientale, inizia il suo “investimento” sul nostro territorio con un accordo fenomenale: concorda col Governo che per tutta la durata del piano ambientale e industriale potrà avere accesso alla CIGS e utilizzare la terzializzazione con una società di servizi all’interno della quale far ruotare i lavoratori in CIGS di Ilva, a dir poco impensabile.

Durante questa lunghissima trattativa, il sindacato ha espressamente ribadito che: ambiente e sicurezza, esuberi zero e continuità lavorativa fossero punti inderogabili per l’avanzamento della trattativa stessa. Purtroppo però, “involontariamente” al Governo è sfuggito di informare i Sindacati che durante la trattativa, a giugno 2017, aveva già sottoscritto un contratto con i nuovi acquirenti ben dettagliato, con regole già stabilite, un atteggiamento questo che riteniamo offenda l’intelligenza della delegazione trattante, dei lavoratori e dei cittadini del territorio tarantino.

Ci aspettavamo che il creatore di Ilva, cioè lo Stato, non si garantisse un’uscita dai problemi derivati dall’azienda a scapito dei lavoratori e lasciando le responsabilità ai futuri acquirenti, ma che garantisse quanto meno lo stato occupazionale e il ripristino dei danni ambientali, creati dallo stesso Stato in primis e successivamente dai privati ai quali fu ”svenduta” l’Ilva. Senza dubbio la trattativa deve essere svolta dalle Segreterie Nazionali del CCNL di appartenenza al Mise, crediamo a questo punto, con un nuovo Governo, ma ribadiamo la necessità di avere un territorio tarantino unito sindacalmente e politicamente che possa essere da supporto a chi svolge questa difficile trattativa sui tavoli ministeriali.

Abbiamo un’ultima opportunità di sistemare un passato indecente ed un presente disastroso, unendoci potremo solo portare al territorio la miglior soluzione possibile a tutela di tutto quello che questa città ed i lavoratori, meritano. E' quanto reso noto da una analisi dettagliata della segreteria confederale della UGL di Taranto con la collaborazione della RSU UGL di Taranto Energia, Concetta Di Ponzo, il Segretario Provinciale UGLM con delega Ilva, Andrea Ferraioli, il Segretario Provinciale UGLM Domenico Gigante, neo RSU UGL appalto Ilva, Michele Manfredi e coordinata dal Segretario Confederale UGL di Taranto, Alessandro Calabrese.

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