Simboli e doni dell’incontro di preghiera ecumenica per la Pace in Medio Oriente

di LUIGI LAGUARAGNELLA - L’incontro di dialogo e di preghiera ecumenica che porterà papa Francesco e numerosi patriarchi e capi delegazione della chiesta Orientale è ricco di simboli e segni. Essi custodiscono una valenza fortemente incisiva. Non solo la preghiera tra cristiani e ortodossi in cripta davanti le reliquie di San Nicola, il santo dalla pelle scura venerato nell’est Europa, che riunisce due fedi religiose; non solo il luogo di questo incontro storico che dà una spinta nel processo di pace in Medioriente: Bari è città denominata “ponte tra oriente e occidente”; non solo il mare che caratterizza il capoluogo pugliese e che è simbolo di quel Mediterraneo ultimamente troppo spesso ridotto a cimitero, che però continua a portare migliaia di migranti lontano da terre di guerra, fame e disperazione.

Anche le colombe che verranno fatte volare dai capi delle chiese che parteciperanno al dialogo e alla preghiera in Basilica  hanno una valenza simbolica, soprattutto biblica, come anche la fiamma “uniflamma” che verrà accesa, simbolo dello spirito di unità.

Ma in occasione di questo incontro per la pace in Medioriente i patriarchi e i rappresentanti della chiesa Ortodossa e dei cristiani d’Oriente riceveranno altri doni, simboli della terra pugliese: un ramoscello di ulivo realizzato in legno: rappresenta uno simboli principali della Puglia oltre ad avere una simbologia biblica essendo presente in alcune pagine della Bibbia e sacramentale (vedi il Sacro Crisma); una bottiglietta d’olio d’oliva: il frutto e la ricchezza della Puglia che fa parte di quella vita contadina e arcaica. Un segno che certamente potrebbe far pensare agli ulivi del Salento distrutti dalla Xylella; infine una terracotta raffigurante San Nicola e un dvd video della fondazione “Frammenti di luce” del loro concerto meditazione dal titolo “Nikolaos… tra Oriente e Occidente”.

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