Alessandro ALO Casini: X Factor, il successo e i progetti futuri

(credits: Edoardo Novati)
MILANO - Eclettico e originale, Alessandro Alo Casini è la nuova rivelazione del panorama musicale italiano. Dopo l'esperienza ad X Factor, il giovane artista ligure, pubblica il videoclip del suo nuovo singolo 'Uomini che amano le donne'che ottiene un riscontro positivo dal popolo del web: in pochi giorni ha raggiunto più di 200 mila visualizzazioni.  ''Non è un brano di denuncia - sottolinea Alessandro. E' un invito a vivere più liberamente la propria sessualità''.

Alessandro ALO Casini è un giovane artista, classe 1993, con tanti sogni dentro e fuori dal cassetto. Inizia a cantare piccolissimo, a 7 anni, sulle note dei successi in rotazione su MTV: da Anastacia, Christina Aguilera e Britney Spears a Craig David e Justin Timberlake, i suoi idoli sono le popstar e il suo passatempo preferito imparare le coreografie dei videoclip musicali. A 12 anni è già in una compagnia di Teatro amatoriale, e gira l’Italia in bus come corpo di ballo e cantante nei musical. Poi si trasferisce a Bologna, dove matura musicalmente e avvia il proprio progetto solista. Ma la svolta arriva solo un mese fa con la partecipazione a X Factor12, quando conquista giudici e pubblico con l’inedito “Uomini che amano le donne”.


Com'è andata ad X Factor?
Andare ad X Factor stato il mio desiderio da sempre o perlomeno, un desiderio sopito. Per un periodo della mia vita pensavo che l’ambiente della televisione o comunque più mainstream non facesse per me o per la mia musica. Poi sono maturato e ho cambiato idea. Ho capito che era un ottima occasione tentare di presentarsi ai provini, mettersi alla prova per sfidare la propria sicurezza.
Penso che per esporsi come fanno gli artisti che tentano X Factor o i talent in generale devi essere molto sicuro di chi sei, e probabilmente io non lo ero. Io mi ero presentato anche l'anno scorso ma non andò affatto bene, credo che fossi ancora troppo legato ad un'idea di me che non mi rispecchiava veramente. Finché non ho cominciato a scrivere in italiano pensavo di appartenere ad un altro mondo, credevo che il pop fosse qualcosa da cui tenersi distante e mi vergognavo dei miei gusti: la mia collezione di cd contava le discografie intere di Britney, Christina, Mariah, Beyonce, le Destiny’s Child, e io invece tentavo di andare da un’altra parte. Fortunatamente sono tornato indietro.

Lo stai seguendo?
Sto guardando il programma dopo la mia eliminazione. Penso che mi ci sarei trovato molto bene. Io puntavo davvero molto su Fedez. Peccato che non sono stato in grado di essere fedele a me stesso dopo “Uomini che amano le donne”. Quando giochi non sempre ti capita la mano vincente, ma non sono uno che si tira indietro.

Poi è arrivato il primo singolo Uomini che amano le donne...
E’ un brano che mi risuonava in testa da molto tempo. Avevo in testa questa specie di filastrocca sugli uomini e le donne e gli uomini che amano gli uomini.

Com'è nato?
E’ nato in un periodo dove le cose non andavano a gonfie vele; in quel momento ho trovato l’ispirazione e ho preso la decisione di sedermi alla scrivania e scrivere di cose più personali, sfogare questa tensione che provavo. Non appena caricai una story su Instagram con 15 secondi di ritornello, le persone cominciarono a reagire molto positivamente. Così mi sono detto che poteva essere qualcosa di forte. E’ stato scritto, arrangiato, prodotto inizialmente da me. Dopo mi sono avvalso della collaborazione di Andrea Rubino (il mio partner artistico) e Deda, che sin da subito ha creduto molto nelle cose che stavo scrivendo.

E' una provocazione la tua?
Non è un brano di denuncia o un brano contro l’omofobia. Può essere letto e interpretato in diversi modi ma in realtà è una canzone sull’ipocrisia. Il testo dice: ''Sarebbe bello che ognuno di noi potesse vivere liberamente il proprio modo di essere''.

(credits: Edoardo Novati)
Ci racconti anche del videoclip?
Quando con Megan Stancanelli (una mia cara amica e regista) ci siamo accorti che la canzone stava esplodendo, ci siamo detti che si doveva fare un video ufficiale. Da lì è stato fondamentale il lavoro di squadra. Io ho scritto in un paio di giorni la sceneggiatura, poi ho incontrato il coreografo, Nicolò Ballerini, con cui abbiamo organizzato le prove e cominciato a montare la coreografia insieme agli altri 7 ballerini. Cyprien Richardi, lo stilista con cui sto collaborando, ha procurato gli outfit di Tom Rebl e Versace, mentre tutti gli altri costumi di scena sono stati scelti da me. Ho trovato un grosso aiuto nei ragazzi che lavorano alla Costumeria Lariulà di Milano. La location è l’Enterprise Hotel.
Alla fine abbiamo portato a casa un super risultato. Ah, devo fare una menzione speciale per mia cugina Jessica che ha fatto veramente i salti mortali per aiutarmi (ride, ndr).

Hai avuto più visibilità dopo la pubblicazione del video?
Sì, soprattutto la connessione con le persone fuori dal programma. Molti hanno deciso di condividere le proprie storie insieme a me; situazioni intime, personali. La televisione mi ha permesso di avvicinarmi a loro attraverso la mia musica e le parole. Questo è stato il risultato più grande.

Parteciperesti ad altri talent?
Adesso, siccome sono anche un autore e produco la mia musica, vorrei concentrarmi sulla mia musica per dare un seguito a questa visibilità che mi ha permesso di avvicinarmi ad un pubblico più ampio. Se capiterà l’occasione parteciperò ad altri talent ma non è la mia priorità.

Adesso cosa bolle in pentola?
Ho molte idee e sono in una fase di 'work in progress' per poter finalmente prendere il volo e far ascoltare le altre mie creazioni artistiche.