ECMO, una tecnica salvavita nell’arresto cardiaco: a Bari esperti nazionali e internazionali a confronto

BARI - Intervenire su un paziente a cuore fermo, senza interrompere l’ossigenazione del sangue, grazie ad una macchina esterna che sostituisce temporaneamente la funzione di cuore e polmoni. Oggi è possibile grazie all’ECMO, una tecnica di assistenza di circolazione extracorporea che fa da supporto cardiocircolatorio e respiratorio, in pazienti con grave insufficienza cardiaca e respiratoria acuta, potenzialmente reversibile.

Innovazioni e prospettive future su questo importante dispositivo salvavita saranno al centro dell’Evento ECMO- Multidisciplinacy Approach Day, in programma a Bari nelle giornate del 30 novembre e 1 dicembre, presso l'Area Formazione GVM Campus. Il Congresso è promosso da Anthea Hospital, Centro di Alta Specialità in ambito cardiochirurgico e cardiologico di GVM Care & Research, Gruppo sanitario italiano presente in Puglia con altre quattro strutture (Ospedale Santa Maria, Villa Lucia Hospital, D’Amore Hospital, Città di Lecce Hospital).

A introdurre i lavori Ettore Sansavini, Presidente GVM Care & Research, il Prof. Giuseppe Speziale, Vice presidente e Coordinatore nazionale delle Cardiochirurgie GVM e Ignazio Condello, perfusionista presso Anthea Hospital e Responsabile formazione e qualità perfusione di GVM, nonché Direttore scientifico dell'evento. Parteciperanno professionisti afferenti a più aree medico - specialistiche con l’obiettivo di analizzare le Linee guida in materia e fare il punto sulle innovazioni tecnologiche: in particolare l’evento intende valutare e migliorare i processi di gestione delle tecnologie biomediche e dei dispositivi medici.

Il carattere innovativo dell’evento risiede nell’approccio multidisciplinare, fattore indispensabile per la buona riuscita della metodica che dipende proprio dalla sinergia del team, composto da cardiochirurgo, anestesista, perfusionista, fisioterapista, infermiere, cardiologo interventista, e tutta l’equipe di un ospedale.  Inoltre per la prima volta si terrà una simulazione del trattamento avanzato dell’arresto cardiaco, con l’impiego di manichini ad alta fedeltà che riproducono i parametri vitali di un paziente colpito da questo evento.

Tecnicamente l’ECMO è una macchina costituita da un ossigenatore e un propulsore, una pompa a centrifuga che intende ossigenare ed eliminare l’anidride carbonica. E’ un dispositivo versatile e ha attualmente un largo impiego in più ambiti della medicina, dalla Cardiochirurgia, alla Emodinamica, dalla Rianimazione, alla Chirurgia generale fino ai casi di trapianto. Si utilizza infatti per trattare lo scompenso cardiaco refrattario alla terapia tradizionale, per trattare l’arresto cardiaco e l’insufficienza respiratoria, viene usato nei pazienti ad alto rischio nelle procedure emodinamiche più complesse, e in molti Centri l’ECMO fa da ponte nei casi in cui non si ha l’immediata disponibilità di organo nei trapianti per guadagnare tempo. A seconda delle procedure che si eseguono, l’ECMO può essere un supporto cardiaco e/o respiratorio, ed è molto impiegato anche nella fase pre o post operatoria per gestire e monitorare il paziente in un ambiente sicuro e protetto.

Il trattamento con ECMO attualmente non avviene più solo in condizioni di grave emergenza, ma sempre più spesso è utilizzato più tempestivamente per prevenzione. L’ECMO è ormai una pratica consolidata negli interventi più delicati di cardiochirurgia. I pazienti coinvolti sono in maggioranza uomini tra i 50 e i 70 anni con gravi scompenso cardiaco e insufficienza cardiorespiratoria, causati da patologie preesistenti o da infezioni ed eventi clinici improvvisi, ma anche giovani al di sotto dei 40 anni con casi di infarto o di patologie congenite”.

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