Massimo Dapporto (intervista): "Il ruolo dell'attore è dare felicità al pubblico"

(credits: Castellaneta)
di PIERO CHIMENTI - Il Teatro Orfeo di Taranto alza il sipario sulla nuova stagione con una classico della tragicommedia italiana: 'Un Borghese piccolo piccolo', scritto da Vincenzo Cerami nel 1976, raccontato al cinema da Alberto Sordi con la regia di Monicelli, e riadattato al teatro con la regia di Fabrizio Coniglio che riproduce fedelmente le vicende del protagonista Giovanni Vivaldi, che rispecchia a tutto tondo l'attualità. L'attore milanese, prima di abbracciare il pubblico, si è fermato brevemente con la stampa, per rispondere ad alcune domande.

Secondo lei, come mai si è atteso più di 40 anni per realizzare uno spettacolo così attuale in teatro?
E' una domanda che bisogna applicare a molti lavori, nel senso che ce ne stanno alcuni che non sono mai stati fatti in teatro, ed altri che per fortuna ci sta qualcuno che pensa ad una storia. In questo caso, non è il 'Un borghese piccolo piccolo' di Alberto Sordi o di Monicelli, ma di Vincenzo Cerami. Abbiamo notato che dal romanzo si poteva fare l'adattamento per il teatro e si è portata una novità, perché in teatro ogni tanto c'è una novità e il pubblico se ne rende conto della qualità degli spettacoli. Non sono stato quello che ha avuto l'idea, è stato Fabrizio Coniglio, molto più giovane di me; è venuto a casa mia, mi ha fatto leggere la storia che aveva scritto e mi è piaciuta molto. Avevo visto il film, l'ho rivisto, ma non vado per imitazioni. Quando per la televisione  ho fatto Falcone, ho fatto una ricerca sulla persona realmente esistita, ed ho cercato negli atteggiamenti e nei movimenti, sono ingrassato apposta per sembrare più corpulento. Però, nel caso di un Borghese piccolo piccolo, ogni attore lo può fare come se lo sente, come capisce leggendo la storia.

In un'intervista ha dichiarato che è particolarmente legato a Giovanni Vivaldi.  Questo personaggio cosa le ha dato in più rispetto a Zeno ed Otello da lei interpretati?
Giovanni Vivaldi mi dà le stesse soddisfazioni di Zeno. La soddisfazioni non te la prendi solo te, dicendo "quanto sono bravo", è il pubblico che te la dà, quando rimane fino alla fine, applaude tanto è felice. Questa è la cosa principale di noi che facciamo questo mestiere, dare felicità al pubblico.

(ph credits: Aurelio Castellaneta)

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