Quando in Islanda incontrai Thor il vikingo...

di FRANCESCO GRECO - ANDRANO (LE). Da Ulisse a Goethe fino a Bruce Chatwin, il viaggio è un grumo semantico che affolliamo di significati significanti in modo soggettivo.

All’ex Acait di Tricase, in una dolce sera d’autunno abbiamo incontrato Giusto (“Giustino”) Martella da Andrano, psicoterapeuta e naturopata a cui tanta gente è grata per averla guarita, ma soprattutto un viaggiatore (iniziò a 15 anni, “zaino in spalla, tenda e sacco a pelo…” oggi ne ha 60), un personaggio che pur vivendo a due passi non conoscevamo.
 
A cura delle associazioni “Marina Serra” (Tricase, Angelo Chiuri) e “Presepe vivente”, si presentava il suo ultimo libro “Di viaggi e allegre brigate” (Avventure con la mia moto, una vecchia barca, marinai di passaggio), begli acquerelli di Cosimo Gabrieli, stralci letti dall’attore Pasquale Santoro, emozionanti sfondi musicali di Francesca Caloro (pianoforte) e Michela Caloro (viola).
 
Oggi che si “viaggia” anche seduti dinanzi al pc, incontrare un viaggiatore vero, un po’ filosofo, interessato alle religioni e alla spiritualità, che ha addosso la salsedine, la polvere, odor di benzina, accade di raro, soprattutto se dice “il nostro mondo è l’universo, tutta la terra ci appartiene… Cosa resta del viaggio? L’emozione... ”.

DOMANDA: Che cos’è il viaggio?
RISPOSTA: “E’ un percorso che parte alla ricerca di nuove emozioni, colori, odori, persone, idee diverse dalle nostre”.

D. Perché ci si mette in viaggio? 
R. “Perché è naturale, e lo abbiamo dimenticato…”.

D. Il primo viaggio?
R. “I miei primi viaggi risalgono a quando avevo 15 anni, dopo un po’ di scoutismo e tanta voglia di vedere il mondo.
Il primo importante con l’autostop, zaino e frise a Taizè, snobbando Parigi, che era più vicino, ma ci sembrava meno importante.
Alla ricerca di nuove spiritualità, Taizè in quegli anni era il punto di incontro di migliaia di ragazzi di tutto il mondo che si incontravano per confrontarsi, senza che alcuno imponesse posizioni ideologiche”.

D. E l’ultimo?
R. “In Islanda in moto”.

D. Il prossimo? 
R. “Non lo so. Basterà una chiacchiera con qualche amico o l’immagine di un luogo per decidere”.

D. Cosa intende esattamente per simbolismo del viaggio?
R. “E’ cercare ciò che rappresenta, perché la ricerca deve appartenerci”.

D. Un bel viaggio deve essere almeno di 5000 km?
R. “Può essere anche in un paesino vicino di cui sappiamo poco…”.

D. Meglio auto, barca, treno, aereo, vespetta?
R. “Qualsiasi mezzo è buono, importante è andare”.

D. Meglio soli o in compagnia, viaggi organizzati o senza passare per agenzie e tour operator?
R. “Ogni tanto un viaggio da soli è importante, ne hanno parlato tutte le culture, fa ritrovare i propri ritmi, ascoltarsi con più attenzione.
Viaggi organizzati? Il meno possibile, solo un aiuto per le situazioni più delicate”.

D. Nel Nordeuropa dominato dal vento, incontrò Thor…
R. “In Islanda ho incontrato Thor che affittava le moto, è semplicemente un vikingo. Mi ha ricordato che ognuno appartiene alla propria terra”.

D. Chi trovò a Copenaghen?
R. “Dopo 30 anni, un mio amico che era partito per il mondo per dare una mano dove serviva”.

D. Capo Nord non è esattamente dove lo indicano le mappe, o no?
R. “Il vero Capo Nord è quello dove gli esploratori già da secoli hanno trovato il punto più a nord, solo lì la bussola segna 71 gradi e 11 primi, sta a 10 km da fare a piedi sugli scogli, distante appunto 10 km da quello che si vede sui depliants turistici…”.

D. E nemmeno Finibus Terrae…
R. “Anche questo, in Portogallo, è falso. Il vero punto più a ovest del continente è Cabo da Nave, a 5 km più a ovest”.

D. Quale il piatto più gustoso e originale assaggiato nei suoi viaggi around the world?
R. “Ho assaggiato piatti stranissimi, non saprei dire quello più strano, forse una minestra in un museo vikingo in Norvegia”.

D. Dove non è ancora stato?
R. “Ho visto ancora troppo poco, perciò sono pronto a ripartire…”.

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