Pamela Petrarolo (intervista): «Torno con un nuovo album 'A metà', tra passato, presente e futuro»


di NICOLA RICCHITELLI - I palchi televisivi calcati fin dai primissimi anni ’90. I successi discografici ottenuti appena diciassettenne. Le continue conferme come artista eclettica e camaleontica.

Tra le più popolari protagoniste del programma cult di Gianni Boncompagni “Non è la Rai”, dove si guadagnò un debutto discografico da oltre 35.000 copie vendute al lancio ("Io non vivo senza te", 1994 - RTI Music) e un altrettanto fortunato follow up ("Niente di importante", 1995 - RTI Music), ha partecipato e partecipa tuttora alle maggiori trasmissioni RAI e Mediaset come ospite musicale ed opinionista. Ora che i tempi sono maturi per tornare alla discografia, Pamela si è impegnata a collaborare con artisti di diversa estrazione musicale, orchestrando un nuovo team che nel gioco di squadra trova tutta l’ispirazione necessaria a proiettarsi nel futuro, mantenendo un orecchio ben sintonizzato su quanto abbiano rappresentato gli oltre vent’anni di carriera. “E' un percorso tormentato che darà felicità, se lo vorrai seguire. Ne vale la tua libertà... ”, recitano i versi dell’inedito che ispira titolo e concept grafico dell’album, parole che ben rappresentano questo nuovo lavoro. Un viaggio musicale che punta dritto alla riscoperta di sé, in bilico tra due metà della stessa anima: la ragazzina prodigio che con le sue performance teneva milioni di spettatori incollati allo schermo , e la donna che continua ad amare la musica con la naturale urgenza di emozionare e coinvolgere quel pubblico che da sempre le si è dimostrato affezionato.

La generosità nel concedersi è la matrice del suo carisma. La sua voce ora graffia, poi accarezza, per esplodere ancora e ancora di energia. Gli arrangiamenti originali, le melodie senza tempo, la grinta nelle interpretazioni, sono qui esaltati da nuove chiavi di lettura, vestite con l’eleganza di un sound mutevole e ricco di contaminazioni, capace di sorprendere anche nei brani dal sapore più vintage.

Strumenti e suoni elettronici si alternano track by track mantenendo un equilibrio di ascolto piacevole e fluente, componendo la personale playlist della storia musicale di Pamela. Ci sono tracce inedite e rivisitazioni dei successi, originali e cover, che la cantante ha interpretato nel suo percorso televisivo. E non mancano i tributi: ai grandi del rhythm ’n’blues Aretha Franklin e Sam ’N Dave, al suo maestro e scopritore Gianni Boncompagni.

Il nuovo debutto arriva con "Vivere a metà", scritto dal talentuoso Nicola Lombardo e realizzato da Stefano Acqua, chitarrista fuoriclasse e autore di pietre miliari della canzone televisiva come “Niente di importante”, successo di Pamela successivamente scelto da Raffaella Carrà per il proprio repertorio discografico e televisivo.

Dodici tracce volutamente differenti tra loro, tra cui si distinguono le ambientazioni electro pop di “Difendimi” e “Niente di importante" arrangiate da Max Millan, il travolgente pop rock di " Another Night", la tradizione melodica di “ Fammi sognare” e “ Io non vivo senza te”, quest’ultima eseguita piano/voce con il Direttore del Conservatorio di Frosinone, Alberto Giraldi. La ciliegina sulla torta è servita dai musicisti Elena Castagnoli ed Enrico Messina, che per Pamela trasformano un successo dance come “Please don’t go” in una perla electro/acoustic che assume una forma del tutto inedita.

Il duo si è inoltre occupato di rivisitare ‘Respect’ e trasportare un evergreen come" La pelle nera" tra le fumose atmosfere jazz dei club americani.

Pubblicato su etichetta GigaMusic/ Halidon, ‘A Metà’ è disponibile su CD e in tutti gli store musicali.

D: Pamela, innanzitutto grazie per essere ospite quest’oggi nel nostro spazio dedicato alle interviste. Iniziamo questa chiacchierata parlando del tuo ultimo lavoro discografico “A Metà”. Che Pamela viene fuori da questo disco?
R: «Con questo album ripercorro la mia carriera musicale e discografica degli ultimi 25 anni. Ho scelto accuratamente insieme ai miei collaboratori, e se seguendo i consigli e suggerimenti dei tanti fan che ancora mi seguono, le 12 canzoni più rappresentative del mio percorso nel mondo dello spettacolo come cantante. A metà tra passato, presente e futuro! La Pamela di oggi che reinterpreta a “suo” modo le canzoni di ieri, in una chiave più adulta e moderna, con un occhio sempre ben puntato su quelle che erano le caratteristiche che i miei ammiratori apprezzavano della mia musica».

“Vivere a metà” – titolo del singolo in rotazione nelle radio - un concetto anticipato in qualche modo dalla cover del disco, un titolo e una foto che danno l’idea di due anime contenute nella stessa persona…
R: «Esattamente, qui ci sono le mie due anime, in mille evoluzioni e contrapposizioni: la Pamela di ieri e la Pamela di oggi; la Pamela dolce e romantica, e la Pamela aggressiva e grintosa; la Pamela che ama cantare canzoni coinvolgenti e piene di energia, e la Pamela cui piace far sognare chi la ascolta attraverso perle melodiche come “Niente di importante”, “Fammi sognare”, “Io non vivo senza te” e, non ultima, “Vivere a metà”. Questo singolo inedito è la ciliegina di una torta musicale di cui spero andrete ghiotti! (Come ho scritto nelle note del libretto del mio ultimo CD)».

Un disco che sa di vent’anni di carriera, una carriera che ha avuto inizio da “Non è la Rai”. Prima di parlare di questo è importante ricordare il grande Gianni Boncompagni...
R: «Gianni Boncompagni, per tutti i suoi ammiratori e tutte noi ragazze, era un faro, un punto di riferimento, una fonte inesauribile di ispirazione. Per me, soprattutto un amico. Era un genio e sempre lo resterà. E’ nella storia della TV italiana. La sua ironia era impareggiabile. Ricordo la sua curiosità, la sua creatività, la sua modestia nel mettersi sullo stesso piano senza nessun problema di qualsiasi persona avesse accanto, dalla ragazzina di tredici anni alla mamma adulta. Ho imparato tanto da lui, se non tutto».

Come nacque per te quell’avventura lì?
R: «Nacque non per caso, come spesso accade. Io lo cercai con tutta me stessa. Volevo fare questo lavoro. La mia avventura non comincia a “Non è la Rai”, ma molto prima, a “Domenica In”, trasmissione che amo molto e cui resterò sempre legata. Gianni mi scelse per condurre un gioco per bambini, un momento tutto mio, appena 12enne, dove ero seguitissima! Poi, ci furono gli impegni scolastici e l’anno successivo dovetti rinunciare alla TV. Ma l’anno dopo ancora ritrovai il numero di Boncompagni e lo chiamai personalmente per ripropormi per i suoi programmi. Il caso decise che fosse proprio in procinto di chiudere un nuovo casting nei giorni in cui lo chiamai, perciò mi presentai per un provino di Tip Tap e mi prese subito! Da lì, la storia la conoscete tutti».

Che significava per una ragazza a quei tempi far parte delle ragazze di “Non è la Rai”?
R: «Era un sogno. Eravamo segretissime dai nostri coetanei perciò credo che non ci fosse soddisfazione più grande per una teenager che amava esibirsi l’essere parte di un programma tanto amato, che dettava mode e tendenze».

Come si svolgevano le vostre giornate tipo?      
R: «Era tanto lavoro, spesso eravamo al Centro Palatino già dalla mattina, per le prove e lo studio di canto e ballo. E non si usciva mai prima di sera. Era un vero e proprio lavoro, se non di più. Era allo stesso tempo la nostra famiglia e il nostro luogo di lavoro. Ricordo quei giorni così impegnativi con tanto affetto e nostalgia, rimarranno sempre accesi tra i miei ricordi più belli».


Pamela, cosa ha rappresentato “Non è la Rai” per il panorama televisivo degli anni '90 e per la cultura di massa?
R: «“Non è la Rai” è diventato un cult. Rappresentava un programma di rottura nella televisione di quegli anni perchè si rivolgeva a un pubblico di giovani in una maniera completamente nuova e originale rispetto alle altre trasmissioni dell’epoca. Era freschezza e spensieratezza pura, senza malizia, senza impalcature, con grande divertimento e voglia di fare da parte di tutte noi protagoniste. “Non è la Rai” ha lanciato tantissime stelle della TV, attrici, comiche. E ancora oggi, a distanza di oltre 25 anni, se ne parla. Un perchè ci sarà?».

Chi è oggi Pamela Petrarolo?
R: «Una mamma a tempo pieno, che sdoppia il proprio tempo per essere anche una cantante a tempo pieno. Spesso faccio le mie interviste mentre seguo le mie figlie. Spesso studio e ripasso le canzoni o i balletti per le esibizioni TV mentre sistemo casa. E’ molto divertente! Faticoso? Un po’, ma mi da tanta gioia, amo tantissimo la mia vita».

Mai avuto la tentazione di riproporti in qualche reality?
R: «In realtà ho già fatto parte di un reality. “La Fattoria”, con Barbara D’Urso. Fu molto interessante come esperienza, ma ora preferirei continuare con la strada del canto e della musica. Grazie alla “Fattoria” conobbi molto bene Barbara, che stimo molto, e da lì ho poi preso parte a tante sue trasmissioni TV come ospite musicale e opinionista. Sempre un piacere tornare da lei. E’ la Signora della TV».

Inevitabile chiudere con la domanda sul futuro. In quali progetti ti vedremo impegnata?
R: «La musica. Ora che ho finalmente realizzato il sogno di pubblicare il mio terzo album, che sta avendo un bellissimo riscontro da parte di pubblico e critica, voglio concentrarmi sulla musica.
Sono in programma molti live, partecipazioni a show televisivi e nuove sorprese discografiche per i miei fan che non smettono mai di seguirmi».

1 Commenti

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