Cara Bari: sopralluogo di Abaterusso e una delegazione dell’Arci

BARI - Il Presidente del Gruppo consiliare LeU/I Progressisti Ernesto Abaterusso ha effettuato questa mattina, accompagnato da una delegazione dell’Arci, un sopralluogo al centro C.A.R.A. di Bari Palese che ospita oggi circa 700 immigrati.

“Ho sentito l’esigenza, nel giorno in cui ricorre la giornata mondiale per i diritti umani, di fare questa visita per toccare con mano le condizioni in cui vengono accolti gli immigrati nel nostro paese. Ho trovato davanti a me gente che lavora bene e che dimostra ogni giorno come si può rispondere a questo dramma con umanità. Ciò nonostante abbiamo appreso che nella struttura, che ospita oggi quasi 700 richiedenti asilo, la maggior parte dei quali provenienti dalla Nigeria, sono presenti 20 nuclei familiari, tutti con bambini piccoli o piccolissimi. Un dato che ci ha colpito molto perché, per quanto il centro sia gestito in maniera egregia, non è il luogo adeguato alla presenza e alla crescita dei minori” spiega Abaterusso.

“Abbiamo appreso – prosegue Abaterusso – che molti degli uomini e delle donne presente nella struttura provengono dai campi di concentramento libici dove hanno subito ogni tipo di violenza, di tortura. Il tutto con la complicità del governo italiano che con la Libia ha sottoscritto un accordo in nome della prevenzione dell’arrivo sulle coste europee di gente disperata”.

Per il Presidente del Gruppo LeU/I Progressisti “è inaccettabile che in un paese come l’Italia, grazie alle politiche xenofobe e razziste di Salvini e la complicità dei 5 Stelle, esseri umani vengano cacciati e abbandonati al loro destino con la certezza di diventare oggetto di imprenditori senza scrupoli”.

“Siamo – conclude Abaterusso – una nazione cresciuta con i valori della solidarietà e dell’accoglienza. Per questo motivo ho presentato una mozione in Consiglio regionale che impegna la Regione ad alzare la voce e intervenire finanziariamente a favore di queste situazioni. Sul nostro territorio nazionale non possono vigere leggi che rispediscono in mare, quando non anche a sofferenza o a morte certa, persone che hanno bisogno di aiuto e che non vengono qui in vacanza, come qualcuno vorrebbe farci credere, ma per scappare dalla guerra, dalla fame e dalla povertà e garantire un futuro migliore a sé stessi e ai propri cari”.

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