Bari, giù le mani dalla palazzina ‘Goccia di latte’ di Piazza Umberto

di VITTORIO POLITO - Leggo sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” di ieri, una nota di Antonella Fanizzi, che riporta l’assurda proposta del Comune di Bari, dopo quella, del “Soroptimist Club” dello scorso anno, di voler trasformare in una ludoteca, in un caffè letterario e/o anche in casa del volontariato, per restituire la vocazione di solidarietà sociale”, la palazzina “Goccia di Latte” di Piazza Umberto, oggi sede della FIDAS (Federazione Italiana Donatori Sangue), che da molti anni occupa la storica residenza.

Orbene, non si possono proporre iniziative fuori di ogni logica, “sfrattare” i donatori di sangue, che espletano comunque un servizio di volontariato di altissimo valore sociale, in un centro di ricreazione o di divertimento. Si dimentica che i donatori con il loro sangue, salvano volontariamente, e senza alcuno scopo di lucro, vite umane. I donatori espletano gratuitamente, come detto, una meritevole azione a favore di tutta la potenziale popolazione che ha bisogno della “goccia di sangue”, per cui trasformare la sede della FIDAS in caffè letterario o ludoteca, rappresenta solo una soluzione che soddisfa le esigenze di qualche decina di persone che vive nelle vicinanze, tenendo anche conto delle difficoltà di parcheggio nella zona.

Il 21 marzo dello scorso anno, lo stesso quotidiano, pubblicava una nota, a firma di Santa Fizzarotti Selvaggi, che faceva un po’ la storia della Palazzina della ex “Goccia di Latte” e della sua fondatrice Ave Fornari Clerici, ma alla fine della nota spostava l’ago della bilancia verso la proposta del “Soroptimist Club intesa” «…a riportare la “Goccia di Latte” alle sue effettive origini: aiutare a crescere nei valori veri della vita i bambini, germogli del futuro”.

Per quanto riguarda i ‘germogli di vita’, citati dalla stessa Santa Fizzarotti Selvaggi, bisogna ammettere che oggi sono molto pochi, mentre coloro che hanno bisogno della “GOCCIA DI SANGUE” sono tanti, quindi la precedenza spetta alla vita e non al gioco o a qualche bar, come propone il Comune di Bari.

Va sottolineato che i donatori di sangue sacrificano volentieri il loro tempo per rendere sempre più efficace il loro impegno finalizzato a salvare vite umane e alla sicurezza trasfusionale dei baresi e dei pugliesi. Un onere che, solo nel 2017, ha prodotto 18.590 unità di sangue. È ovvio il valore sanitario, sociale, educativo, solidale, gratuito e persino economico e politico del loro operato. Forse è arrivato il momento di spendere qualche parola in loro sostegno e non “sfrattarli” dalla loro sede, ma sostituire il nome in “Goccia di sangue”.

Invito pertanto il Comune di Bari, nella persona del Sindaco, a soprassedere a questa assurda e insulsa iniziativa, lasciando al suo posto la FIDAS, che salva volontariamente e da moltissimi anni vite umane, ricordando che il sangue non si fabbrica, ma si produce solo con le donazioni e la vita viene prima di ogni cosa!

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