Puglia: Sviluppo del Mezzogiorno e Zone economiche speciali


di DONATO FORENZA - Negli ultimi vent'anni si stanno verificando nuovi programmi dell’economia e condivisione delle politiche di sviluppo del territorio. Presso la sede del Circolo Unione, il prof. Avv. Ugo Patroni Griffi, Ordinario di Diritto Commerciale presso l’Università degli Sudi Aldo Moro di Bari, ha tenuto una relazione sul tema. “Le Zone Economiche Speciali”; il docente, dal 2017 è Presidente dell’Autorità del Sistema Portuale del Mare Adriatico meridionale di cui fanno parte i porti di Bari, Brindisi Manfredonia, Barletta e Monopoli.

Il Presidente del Club Rotary Bari, Giorgio Salvo ha coordinato la serata afferente a “Le zone economiche speciali” che tratta  tematiche strategiche di economia e sviluppo e riveste peculiare rilevanza. Infatti, le ZES costituiscono punti cardinali per lo sviluppo innovativo di vaste aree del  Mezzogiorno e dell’Italia. Bisogna sempre e comunque salvaguardare le specificità, l’identità e le peculiarità culturali dei contesti territoriali;  condividendo le risorse è possibile implementare processi di cambiamento idonei per tradursi in azioni concrete per i cittadini.

Dalla chiara relazione del prof. Patroni Griffi sono state evidenziate le peculiarità delle ZES. Egli ha analizzato mirabilmente  le complesse linee programmatiche afferenti le ZES, enucleando con eficace sintesi la loro valenza. Queste Zone sono ritenute regioni geografiche dotate di normativa economica differente dalla legislazione in atto nella nazione di appartenenza, e sono state costituite secondo linee programmatiche avanzate per ottimizzare risorse, attrarre maggiori investimenti e capitali stranieri. Vengono definite Speciali: in virtù di opportuni incentivi fiscali, in relazione allo strumento legislativo originario. Tra le peculiarità sistemiche delle ZES  erano indicate le specificità di comprendere:  un’area portuale, un interporto, una zona industriale e varie piattaforme logistiche collegate da infrastrutture adeguate per i trasporti.

Nel nostro paese, l’istituzione delle ZES è correlata al Decreto del Sud (2017) che prevedeva opportune  misure per consentire crescita economica nel Mezzogiorno, tra le quali: creazione di nuovi posti di lavoro, incremento di esportazioni, aumento di processi di innovazione per superare il divario economico e sociale tra Sud e Nord Italia. Per la sua valenza poliedrica, tali modelli peculiari di sviluppo economico connesso alla programmazione multiobbiettivo ha riscontato esiti positivi, diffondendosi  anche in alcuni Paesi Arabi. Si ritiene che nel mondo se ne registrino oltre 500. In Europa un esempio di ZES si verificata in Polonia, ove sono circa 24 avviate prima dell’entrate nella U.E. E’ opportuno però che  coloro che vogliono investire nel meridione sappiano di avere un interlocutore innovativo e una burocrazia semplificata.

Le ZES in Puglia sono ormai una viva realtà: infatti i porti, aeroporti e zone industriali sono cointeressati. Inoltre, la Giunta Regionale, ha approvato i piani di sviluppo strategico per la costituzione delle ZES che si suddivideranno in Adriatica e Ionica che si estenderà dalla Provincia di Taranto sino alla Basilicata. La conferenza ha riscontrato vivo consenso dei partecipanti. Riteniamo che il sistema ZES potrà attuare un rilevante sviluppo economico in sinergia con paradigmi innovativi in armonia con i principi della sostenibilità, la solidarietà e la tutela del paesaggio.

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