La commedia ‘U madremonnie de Celluzze’ al teatro Parrocchia dell’Immacolata di Bari

BARI - Sabato 2 e martedì 5 marzo, alle ore 20.00, a Bari, nella Sala Teatro della Parrocchia B.V. Immacolata (via Abbrescia 90), la compagnia “Gli Amici del Cingolo” presenta la divertentissima commedia in dialetto barese di Domenico Triggiani “U Madremonnie de Celluzze”. La regia è di Bruno Picca. L’ingresso è libero.    

Può ormai considerarsi un classico della “baresità”: si muove sul filo del recupero del dialetto barivecchiano e delle tradizioni popolari, con uno studio attento dei caratteri e delle situazioni. Vito Antonio Melchiorre, scrittore e storico barese, ha scritto che nel campo del teatro dialettale barese Triggiani ha mostrato “vena e capacità tali da consentirne, in qualche maniera, il non indegno accostamento, in chiave moderna, a nomi come quelli di Giovanni Meli per il siciliano, di Giuseppe Gioacchino Belli e di Trilussa per il romanesco e, perché no? di Carlo Goldoni per il veneziano”.

Dieci i personaggi sul palcoscenico: i genitori dello sposo, Jannìne e Beneditte (Serena Lomurno e Francesco Meo); i genitori della sposa, Geditte e Mechèle (Micaela Munafò e Fra’ Mirco); il monaco, Don Felisce (Francesco Lavopa); Cellùzze, lo sposo (Vincenzo Lacarpia); Giacchìne, il fratello della sposa (Salvatore Zagaria); Leciètte, la sposa (Donatella Chieti); gli zii della sposa, Vastiàne e Felomène (Ettore Amato e Daniela Castro).

“Il progetto-matrimonio, croce e delizia di sempre, anche nelle migliori famiglie, è riletto ed aggiornato, con il recupero del linguaggio e del ‘sale’ alla barese, con lui, lei (naturalmente), padre e madre dell’uno e dell’altra, un focoso fratello, uno zio di rincalzo ed un frate che la sa lunga...”: così scriveva lo scrittore e giornalista Gianni Custodero, recensendo questo lavoro teatrale pubblicato nel 1987 da Triggiani, scomparso nel 2005.

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