'Rotary in soccorso alla vita': a Bari la cerimonia conclusiva del progetto formativo di rianimazione cardiopolmonare

 di DANIELE MARTINI - BARI. Venerdì 8 febbraio 2019, presso l'Hotel Nicolaus di Bari, si è tenuta la cerimonia conclusiva dell'iniziativa "Rotary in soccorso alla vita".

In questo progetto di formazione in rianimazione cardiopolmonare, iniziato il 10 settembre e terminato il 15 dicembre 2018, i Club Rotary Metropolitani (Bari Sud, Bari Mediterraneo, Bari, Bar Ovest, Bari Castello) hanno finanziato la formazione di 35 persone, scelte tra docenti e personale di 5 scuole, ed hanno donato un defibrillatore ad un istituto scolastico.

Durante la presentazione dell'evento, a cura di G. Volpe, si è tenuta la tavola rotonda sul "Corso di Base sulla Rianimazione Cardio-Polmonare". Moderata da Franco Roma, ha avuto come relatori: M. Di Biase, G. Antonelli e P. Brindicci (Direttore del Corso Regionale BLS-D). Le conclusioni sono state poi affidate a N. Abbate.

"È importante diffondere la cultura della rianimazione attraverso l'uso dei defibrillatori automatici" ha dichiarato, nella sua introduzione, il moderatore Franco Roma.

Con il dottor Matteo Di Biase si è parlato, poi, di morte improvvisa, diagnosi e prevenzione. "La morte naturale è preceduta da improvvisa perdita di coscienza che si verifica entro un'ora dall'inizio di nuovi sintomi. È attesa o inattesa, con o senza testimone" ha dichiarato Di Biase. "Con il defibrillatore le cellule non si attivano contemporaneamente, ma hanno tempi fra di loro per permettere la coagulazione del sangue. È necessario intervenire entro 10 minuti. La morte improvvisa si concretizza nella popolazione generale. Il Rotary deve fare cultura proponendo campagne di comunicazione per capire come il gruppo di soggetti possa giovare il cambiamento".

Il dottor Gianfranco Antonelli, invece, nella sua relazione, ha parlato della rianimazione cardiopolmonare. "2.943.360.000 sono i battiti della pulsazione cardiaca. Per quel che riguarda l'arresto cardiaco ed il danno cerebrale, ci sono pochi minuti per intervenire prima che i danni diventino irreversibili", ha dichiarato il dottor Antonelli, "60mila sono i casi di arresto cardiaco ogni anno in Italia.

L'obiettivo del defibrillatore è di ritardare i danni anossici cerebrali in un soggetto che non è cosciente, non respira e non ha segni di circolo. Se il soggetto non è cosciente bisogna metterlo in posizione supina, su un piano rigido e liberare il torace dagli indumenti pesanti. E', inoltre, importantissimo conoscere il massaggio cardiaco per la sopravvivenza. In alternativa, è sempre bene chiamare il 118 e verificare la presenza di un defibrillatore".

Nel suo intervento, il dottore P. Brindicci ha spiegato l'impatto psicologico del soggetto che viene soccorso. "La salvezza dipende da chi soccorre il paziente", ha esordito Brindicci. "E' un corso dove si impara come è formato il cuore. Bisogna massaggiare il cuore ed imparare a farlo bene. Ci vorrebbe un defibrillatore in ogni piazza del paese".

"Il Rotary ha fatto qualcosa per migliorare il gap di mortalità", ha concluso Nicola Abbate. "Sono stati realizzati passi importanti e, questo corso, è sia di interesse pubblico che privato e permette di salvare molte vite umane".

Alla fine dell'evento 35 persone, tra docenti e personale di 5 scuole, hanno ricevuto l'attestato di partecipazione al corso ed altri riconoscimenti attraverso i presidenti dei vari Rotary Club (Dott. Giorgio Salvo -Bari-, Avv. Jacopo Metta -Bari Mediterraneo-, Ing. Marco Pellegrini -Bari-Sud-, Gennaro Volpe -Bari Castello- e Prof. Matteo Di Biase -Bari-Ovest) ed è stato poi donato un defibrillatore all'istituto scolastico Margherita.

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