Dodi Battaglia: «Vi presento il mio album live 'Perle – Mondi senza età', e la perla firmata da Giorgio Faletti»

di NICOLA RICCHITELLI – E’ uscito lo scorso 15 marzo “Perle”, l’atteso doppio album live di Dodi Battaglia, ispirato al tour “Perle – Mondi senza età”. L’album contiene il nuovo singolo “Un’anima”, firmato insieme a Giorgio Faletti: «Sono orgoglioso di questo, primo per l’amicizia che mi lega con Giorgio – con il quale condividevo la passione per le corse automobilistiche, ed è proprio in quelle occasioni che ci siamo conosciuti, frequentati e poi diventati amici – e comunque sarebbe stato un peccato non dare un corso a questo brano…».   

Inoltre, sempre dallo scorso 15 marzo, Dodi Battaglia è impegnato in un instore tour in tutta Italia per presentare il disco, mentre il 16 marzo l’artista ha ripreso il tour “Perle – Mondi senza età” che sta registrando sold out in tanti teatri d’Italia.

“Perle” è un doppio cd che contiene ben 40 canzoni della storia musicale dei Pooh, del calibro di “Linda”, “Cercami”, “Classe ‘58”, “Vienna”, con uno straordinario packaging composto da un libro cartonato di 60 pagine con un testo dedicato ad ogni canzone e tante foto esclusive scattate durante l’incredibile tour in corso.

Un percorso musicale imperdibile che copre diversi generi, dal pop, al progressive, dal pop sinfonico, al power pop. Dodi Battaglia dà nuova vita a canzoni come “Cara bellissima”, “Orient Express”, “Oceano”, “Aria di mezzanotte”, “Come si fa”, “È bello riaverti”, “E vorrei”, “Inutili memorie”. E, se non bastasse, il doppio album contiene una “Perla tra le perle”: il brano inedito “Un’anima” realizzato su un testo lasciato dall’amico e collega scomparso Giorgio Faletti. Dodi Battaglia ha lavorato sia sul testo che sulla musica del provino embrionale di "Un'anima".

Per il tour “Perle – Mondi senza età” Dodi Battaglia ha scelto i teatri, luogo privilegiato dove fare musica, per l’acustica perfetta e la solennità di un pubblico che può così riscoprire canzoni storiche rimaste per troppo tempo rinchiuse in un cd o in un vinile.

L’instore avuto inizio lo scorso 15 marzo a Milano si chiuderà a Bari il 27 marzo alla Feltrinelli di Bari (ore 18.00).

Mentre questi sono i prossimi appuntamenti del tour: il 28 marzo al Teatro Curci di Barletta, il 5 aprile al Teatro Nuovo di Ferrara e il 6 aprile al Teatro Zancanaro di Sacile (PN).

Sul palco con Dodi Battaglia Beppe Genise al basso, Costanzo Del Pinto e Raffaele Ciavarella voce, Carlo Porfilio alla batteria, Rocco Camerlengo al pianoforte e tastiere, Marco Marchionni alle chitarre.

Dodi, qualche giorno fa è uscito questo tuo nuovo progetto discografico – “Perle” – un doppio cd live contenente 40 brani appartenenti alla storia musicale dei Pooh, una storia talmente grande da riuscire a stare in 'soli' 40 brani. Quale è stato il filo conduttore con cui ti sei mosso nella scelta dei brani nello sterminato repertorio dei Pooh?
R:«Noi, come Pooh, abbiamo inciso qualcosa come 300 canzoni in questo vasto repertorio: va da sé che, oltre alle solite canzoni che un po’ tutti conoscono – “Uomini soli”, “Piccola Ketty” – quindi canzoni in un certo qual senso popolari, vi è un repertorio altrettanto bello, ma meno conosciuto. Durante questi anni, ogni qual volta finivo un concerto, mi chiedevano di cantare le canzoni che poi sono finite in questo disco. A quel punto mi sono fermato, mi sono andato a risentire le canzoni che la gente mi chiedeva e mi sono reso conto che valeva la pena che mi imbarcassi in una produzione – e quindi in una tournée – di questi brani. Devo dire che è stata una ricerca molto accurata – tra l’altro alcuni dei brani vengono riproposti esattamente così come sono stati suonati cinquant’anni fa, mentre altri sono stati ri-arrangiati - e devo dire che il lavoro poi è stato molto apprezzato visto le tante date sold out, i teatri pieni, le standing ovation e la gente in piedi. Di questo sono molto contento e devo dire che sono molto curioso di vedere ciò che accadrà in questi giorni, anche se a sentire le tante reazioni positive che ci sono state in vista della pubblicazione di questo disco c’è da aspettarsi un buon risultato dal punto di vista delle classifiche dei dischi…».         

Perché ad un certo punto avete sentito il bisogno non dico di interrompere questa storia, ma di raccontarla ognuno per la sua strada?
R:«Se mi soffermo un attimo mi rendo conto dell’immenso lavoro che abbiamo fatto in tutti questi anni, e qui posso realizzare che abbiamo avuto davvero un dono di Dio, abbiamo trovati noi stessi a lavorare insieme – piuttosto che altre persone - non credo poi che sia così facile che si possa ripetere nuovamente che quattro persone che per talento, carattere, caratteristiche, strumentalità inventiva e tutto quello che possiamo aggiungere, si ritrovano insieme ed abbiano un percorso così importante: cento milioni di dischi, qualcosa come 15 Telegatti – il numero maggiore dopo quelli che ha collezionato Mike Bongiorno – credo che non sia un obiettivo eseguibile da qualsiasi altra persona, ed in maniera particolare dai gruppi. Il fatto di stare insieme non presuppone il solo fatto di suonare e cantare, ma essere anche intelligenti e umanamente apposto».   

Quaranti brani, tra cui l'inedito “Un anima”, brano scritto da Giorgio Faletti, che hai tirato fuori da un provino lasciato dal grande artista…
R:«”Un’anima” non è un brano che è stato scritto solo da Giorgio Faletti. Lui ha dato l’idea originale, ha scritto gran parte del testo, ha scritto gran parte dell’idea musicale; poi succede che un giorno, durante un’intervista realizzata proprio in Puglia, alla domanda dei giornalisti su quali fossero i miei obbiettivi per il futuro, risposi che avrei chiesto se a casa Faletti vi fosse qualche cassetta che contesse qualche perla bella, così come è stata “Minchia signor tenente”. Questo era il  mio desiderio e questo poi è stato quello che ho fatto: sua moglie Roberta mi ha risposto, mi ha fatto conoscere questo brano su cui poi ci ho lavorato su, ci ho lavorato tanto, e sono orgoglioso di questo, primo per l’amicizia che mi lega con Giorgio – con il quale condividevo la passione per le corse automobilistiche, ed è proprio in quelle occasioni che ci siamo conosciuti, frequentati e poi diventati amici – e comunque sarebbe stato un peccato non dare un corso a questo brano…».   


Un brano tra l’altro che avrebbe permesso al grande Faletti di ritornare in qualche modo sul palco di Sanremo…
R:«Si, difatti, tutta l’operazione che verte attorno a questo brano nasce appunto con questo intento, mi piaceva appunto questa idea, su quel palcoscenico saremmo stati appunto in due, io e lui, Battaglia – Faletti, due cognomi molto particolari, riconoscibili e caratteristici. Alla fine per un motivo o per un altro l’operazione Sanremo non è stata possibile; ti dirò, visto come sono andate le cose, e vista la profondità di questo brano, non so quanto giusto sarebbe stato inserirlo in quel contesto qui». 

Dodi, chi era Giorgio Faletti e soprattutto qual è il suo ricordo che serbi di lui?
R:«Giorgio era un grande artista, anzi, è un grande artista, quando scriveva lo faceva in modo devastante, aveva una profondità immensa, basti ascoltare “Minchia signor tenente”, brano che ebbe molto successo al festival di Sanremo».
 
Cosa rappresenta per te il momento del live?
R:«Un concerto, il live, è la cosa più bella che mi è rimasta; c’è il rapporto con i miei colleghi, il fatto di poter condividere con il mio pubblico le tante emozioni, per me ogni sera è una grande gratificazione, un regalo di Dio, del mio pubblico, e ringrazio il cielo ogni giorno che nasce il sole su questa terra. Il concerto è una grande possibilità di relazionarmi, di suonare delle parti bellissime, e per me che faccio il musicista con tanta passione, non c’è niente di meglio….». 

Imbracciare una chitarra: cosa rappresenta per te questo momento?   
R:«La chitarra è uno strumento molto fisico, sanguigno, uno strumento che quando imbracci ti vibra sulla pancia, ti vibra addosso; non è la fredda tastierina, per cui è uno strumento molto passionale. Io ho iniziato a suonare la chitarra da piccolissimo, e per me è sempre stata una grande scuola di vita, sia questo strumento, ma anche il palcoscenico, la musica… per me rappresenta l’alba. Nella mia vita ho cambiato città, ho cambiato mogli, ho cambiato tanto e tutto… ma non ho mai cambiato la mia passione per la musica».

“Perle – mondi senza età” – un tour che ti ha visto impegnato nei tanti teatri in giro per l’Italia, qual è il tuo rapporto con il questo luogo?
R:«In Puglia non ci sono nato – casualmente – ma in qualche modo ci vivo. Pur avendo una casa in Sardegna, ma posso dire di venire più in Puglia che in Sardegna, vuoi per le tante amicizie, vuoi per lavoro, però è una terra che mi ha sempre regalato tante soddisfazioni, quando mi parlano della Puglia dico SI a prescindere prima ancora di sapere cosa devo andare a fare…».

Dodi, chiudo con un'inevitabile domanda sul suo futuro. Hai ancora sogni nel cassetto irrealizzati?
R:«Guarda, io per adesso sono molto preso da quello che sto facendo, ad oggi non ho molta voglia di mettermi a pensare ad un nuovo progetto. Sicuramente la cosa bella che accadrà è che questo nuovo tour – Perle – che sta andando molto bene nei teatri, avrà una ripresa nel tour di novembre; quindi oltre ad aver fatto un sacco di sold out questo presuppone di ritornare ancora una volta per i miei fan. Pertanto saranno aggiunte ancora altre date e questo mi consentirà di fare una specie di rivisitazione del repertorio, inserendo altri 4-5 brani, in modo tale da renderlo ancora più attuale e non far pensare alla gente che dorma sugli allori…». 

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